L’Istat ha pubblicato oggi il censimento annuale relativo al 2022, che conferma ancora una volta il calo delle nascite, ormai diventato sistemico. Infatti, secondo i dati elaborati dall’istituto di statistica, nel 2022 sono nati 393mila bambini, ovvero l’1,7% in meno (7mila nascite) rispetto al 2021, nonché il 31,8% (183mila nascite) in meno rispetto al 2008, ovvero l’anno da inizio millennio in cui si è registrata la più alta natalità.



Dal censimento Istat, dunque, emerge che la popolazione italiana al 31 dicembre 2022 risultava essere di 58.997.201 persone, con una diminuzione pari a 32.932 individui rispetto al 2021, con una dinamica demografica negativa di -179.416 e un recupero censuario pari a +146.484 persone. Aumentano, però, i matrimoni che nel 2022 sono stati 189.140, con un aumento del 4,8% rispetto al 2021 e del 2,7% rispetto al 2019, precedentemente alla pandemia che ha portato tantissime persone a ritardare la data della celebrazione. Secondo il censimento Istat, inoltre, aumenta il divario tra uomini e donne, che sono rispettivamente il 48,8% e il 51,2% della popolazione. Divario che aumenta con l’avanzare dell’età, fino al picco dell’83,3% di donne oltre i 100 anni di vita (77,9% nella classe d’età tra i 95 e i 99).



Censimento Istat: “Aumenta l’età media”

Un’altra parte del censimento Istat è dedicata anche all’età della popolazione, che aumenta di pari passi con il diminuire delle nascite. Alla fine del 2022 l’età media era di 46,4 anni (47,8 per le donne, 44,9 per gli uomini), rospetto alla media di 46,2 anni del 2021. In questo contesto, la Campania risulta essere la regione più giovane, con un’età media di 43,9 anni, mentre la Liguria è la più anziana, con una media di 49,5.

È aumentato, secondo il censimento Istat, anche il tasso di mortalità del 2% con 14mila decessi in più rispetto al 2021, per un totale di 715mila morti, al 48% uomini e al 52% donne. Il picco di decessi, con circa il 40% del totale, si è registrato durante i mesi più freddi, periodo complicato soprattutto per anziani e persone fragili. Nel 2022, infine, è aumentata anche l’incidenza degli stranieri sul territorio italiano, che secondo il censimento dell’Istat erano pari a 5.141.341 persone, ovvero il 2,2% in più rispetto al 2021, con un’incidenza dell’8,7% sulla popolazione italiana. La maggior parte degli stranieri (il 58,7%) si trova nel Nord Italia (dove incidono sulla popolazione per l’11%), con prevalenza nel Nord-ovest, e nel Centro (25%), seguito dal Sud (11,9%) e dalle Isole (4,7%), con un’incidenza appena peri al 4,5% e al 3,8%.