Le censure sul Covid imposte dalla Casa Bianca a Facebook sono state imposte da Kamala Harris? La domanda sorge dopo che è emerso che l’uomo che esercitò materialmente le pressioni denunciate da Mark Zuckerberg ora è un top manager della campagna elettorale della candidata democratica. Infatti, si tratta del vicedirettore Rob Flaherty, che avrebbe spinto le aziende tecnologiche a reprimere la «disinformazione sui vaccini». Fox News ha evidenziato che il collaboratore della vicepresidente Usa era direttore della strategia digitale della Casa Bianca.



Ad esempio, nell’aprile 2021 mandò un’e-mail ai membri del team di Google per «parlare del lavoro che state facendo per combattere l’esitazione nei confronti dei vaccini, ma anche per reprimere la disinformazione sui vaccini». Inoltre, avrebbe chiesto i trend relativi alla disinformazione sui vaccini, offrendo al contempo assistenza governativa sotto forma di esperti Covid alla Casa Bianca per collaborare al lavoro sui prodotti con YouTube. Infatti, Google ha riconosciuto di aver inviato alla Casa Bianca il totale dei video rimossi per disinformazione sui vaccini Covid, discutendo al contempo il desiderio del governo di avere ancora più dati.



LE PRESSIONI DI ROB FLAHERTY SU FACEBOOK

Stando alle comunicazioni interne dell’azienda visionate da FOX Business e riportate l’anno scorso, Flaherty avrebbe chiesto a Facebook se potesse fornire alle agenzie governative un accesso speciale agli strumenti per colpire gli utenti. «Dal momento che si tratta di una pandemia globale, possiamo dare alle agenzie l’accesso a parametri di targeting che normalmente non potrebbero avere?», chiedeva Flaherty. L’idea nacque durante un colloquio su come convincere le persone preoccupate dagli effetti collaterali dei vaccini Covid.



Flaherty avrebbe fatto domande al social di Zuckerberg sulla rimozione e riduzione dei contenuti, in un incontro avrebbe anche domandato se facesse abbastanza per ridurre il traffico del New York Post e inviò una e-mail ai vertici per lamentarsi del successo che stava riscuotendo un post scettico sui vaccini Covid che era stato pubblicato dal giornalista conservatore Tucker Carlson.

IL “COLLEGAMENTO” TRA KAMALA HARRIS E LE CENSURE SUL COVID

Secondo La Verità, la pressioni dell’allora funzionario della Casa Bianca sono «innegabili» e ora che è vicedirettore della campagna elettorale di Kamala Harris, quest’ultima «probabilmente» non avrebbe un modus operandi diverso rispetto a quello dell’attuale presidente Usa.

Il rischio è che venga identificato come disinformazione o incitamento all’odio «ciò rispetto a cui semplicemente si dissente», da qui l’allarme del quotidiano sui rischi per una democrazia liberale. Ma potrebbe nell’immediato rappresentare un problema in vista delle elezioni presidenziali Usa per Harris, in particolare in quei Stati dove il tema della libertà di espressione è molto sentito.