Con l’arrivo dell’autunno, si torna a palesare l’incubo Coronavirus, con le nuove varianti Covid che sono già tenute sotto monitoraggio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si tratta, nello specifico, di Centaurus, di Chiron e di Cerberus, le tre “C” che potrebbero complicare la stagione invernale, dove la classica influenza, peraltro, non mancherà di palesarsi, secondo quanto previsto dagli esperti. Ma concentriamoci sul virus SARS-CoV-2: detto di Centaurus, che pare non aver spiccato il volo da quando è stata annunciata, ci sono la “figlia” Chiron, che presenta tre ulteriori mutazioni sulla Spike, e la variante BQ.1.1 (Cerberus). Cosa dice di loro l’Organizzazione Mondiale della Sanità?



A raccogliere il parere dell’OMS sono stati i colleghi dell’agenzia di stampa Adnkronos Salute: Queste sottovarianti (BA.4, BA.5, BA.2.75 e così via) sono incluse ancora sotto l’ombrello della variante di preoccupazione Omicron e vengono monitorate da vicino”. Insomma, al momento non si molla la presa, ma non si lancia neppure l’allarme.



NUOVE VARIANTI COVID: IL PARERE DELL’EPIDEMIOLOGA DELL’OMS

In particolare, l’epidemiologa dell’Oms, Margaret Harris ha reso noto sempre mediante Adnkronos Salute che, come accade per altre sottovarianti di Omicron, che hanno dimostrato di avere una gravità inferiore e una maggiore fuga immunitaria, in quanto gli anticorpi derivanti da infezioni o vaccinazioni passate non sono così efficaci contro di loro, così avviene per queste nuove varianti Covid. Tuttavia, “se si scoprisse che si comportano in modo molto diverso da Omicron e rappresentano un’ulteriore minaccia per la salute pubblica, rispetto a Omicron, prenderemmo in considerazione l’assegnazione di nomi greci e di chiamarle come varianti separate di preoccupazione”.



In più, in base a quanto rilevato da un lavoro di ricercatori dell’università di Pechino, “BA.2.75.2 è il ceppo più evasivo testato e solo BQ.1.1 potrebbe essere paragonabile”. Gli scienziati hanno dimostrato che “alcune mutazioni convergenti osservate in queste sottovarianti possono determinare una sorprendente evasione immunitaria sul plasma convalescente, compreso quello da infezione Omicron 5″. Di fatto, la progettazione di vaccini e monoclonali ad ampio spettro va perseguita con la massima priorità, ha concluso l’OMS.