Il tesoriere della Lega, Giulio Centemero, critica L’Espresso e l’articolo pubblicato sul settimanale dal titolo: “Trasferimenti illeciti di fondi pubblici: l’affare che fa tremare la Lega di Matteo Salvini“. Un vero e proprio Lombardia-gate padano che secondo l’Espresso riguarderebbe la sanità, la cessione di immobili e denaro passato attraverso le società collegate al giro dei commercialisti del partito. Un castello di falsità e congetture, secondo Centemero, che in una nota ha espresso riserve molto forti nei confronti dell’inchiesta: “Ancora una volta in questo nostro bel Paese accade che all’approssimarsi di un’udienza per una denuncia fatta all’Espresso arrivi puntuale l’offensiva di una certa stampa. Nell’ultimo articolo del settimanale, apparso in anteprima quest’oggi, si ripetono le falsità di un tempo e si aggiungono nuove e farneticanti accuse sui professionisti che collaborano per il partito“. Secondo Centemero l’attacco è grave perché mira non tanto alle nomenclatura, quanto alle fondamenta della Lega con le persone che svolgono il lavoro che manda di fatto avanti il partito.
CENTEMERO: “VEDREMO SE ALLA FINE I CONTI TORNANO”
Secondo l’Espresso i trasferimenti di fondi illeciti nella Regione Lombardia orchestrati dalla Lega riguarderebbero diverse operazioni, da un immobile pagato il doppio del suo valore a denaro pubblico trasferito a società riconducibili sempre agli stessi professionisti al lavoro per la Lega. Si fa riferimento ad un prestanome dei clan fuggito in Brasile, un personaggio che sarebbe anche nel mirino della Procura di Milano. Centemero ha preannunciato azioni legali a tutela del partito, come spiegato nella nota di risposta a l’Espresso: “I comuni cittadini si sottomettono al giudizio dei tribunali aspettando con serenità e fiducia le relative decisioni. E anche quando la serenità e la fiducia cominciano a vacillare, come in questi ultimi tempi, ai comuni cittadini non resta altro che aspettare. Poi ci sono certi giornalisti che sono meno comuni degli altri e ai quali tutto è concesso e perdonato. A noi non resta altro che fare la cosa giusta: denunciarli ancora una volta e aspettare di vedere se alla fine i conti tornano“.