Gian Marco Centinaio, vicepresidente leghista del Senato ed ex ministro dell’Agricoltura, ha parlato sulle pagine di La Verità delle proteste degli agricoltori, che con i loro trattori puntano ai grandi centri nazionali in tutta Europa. Le loro richieste sono chiare, regole meno stringenti contro l’agricoltura, a sostegno della produzione e non delle importazioni, tutelando l’intera filiera anche (e soprattutto) dai diktat del Green Deal.



Rimanendo, però, in Italia, Centinaio ci tiene ad evidenziare come “gli agricoltori solo nell’anno scorso hanno perso circa il 12% del fatturato. Sono sotto attacco in Europa e nel mondo” e a Bruxelles guardano per la loro protesta. Di contro, però, rimane vero che “hanno presentato dieci richieste al governo ed alcune di queste dobbiamo risolverle noi a livello nazionale, se non regionale”, ma ovviamente senza mai perdere di vista il ‘nemico’ principale, l’Europa. Secondo Centinaio, proseguendo sulla linea del Green Deal, rischieremo di “mettere definitivamente in ginocchio i nostri agricoltori. Parlare solo di sostenibilità ambientale e non anche economica non va bene”, sottolinea, “perché così facciamo pagare tutto” proprio ai produttori.



Centinaio: “Per gli agricoltori servono dazi e tutele sulla concorrenza sleale”

Analizzando nel dettaglio cosa il governo potrebbe fare per gli agricoltori, Centinaio cita “l’inefficienza [che] riguarda gli enti pagatori regionali”, ma anche i “danni da fauna selvatica” e le “pratiche commerciali scorrette”, che hanno sia un carattere nazionale, che europeo. Nel caso della fauna selvatica, spiega che l’idea proposta dalla Lega è quella di “permettere alle regioni di poter lavorare meglio sulle limitazioni della fauna”.

Più articolato, invece, il problema per gli agricoltori della concorrenza sleale, perché da un lato, spiega Centinaio, viene loro riconosciuto “un prezzo inferiore a quello corretto“, mentre dall’altra c’è un inteso commercio sleale dall’estero. Quest’ultimo, ovviamente, è un problema di carattere europeo, perché “i nostri imprenditori hanno costi superiori perché utilizzano fitofarmaci non dannosi e non hanno lavoratori bambini o schiavi e devono competere con chi utilizza prodotti che qui sono cancerogeni”. In merito a quest’ultima richiesta degli agricoltori, propone Centinaio, la soluzione migliore sarebbe quella di “imporre dazi” su determinate importazioni, che tuttavia non possono essere imposte “dall’Italia, ma dall’Europa”.