Una suora è stata decapitata nella giornata di lunedì in Africa. Si chiamava Ines Nieves Sancho, e il suo corpo è stato rinvenuto purtroppo senza testa presso Berberati, precisamente nel villaggio di Nola, nella Repubblica Centraficana. La religiosa aveva 77 anni, e il macabro ritrovamento è avvenuto nei locali dove la stessa insegnava alle ragazze del luogo a cucire e altri piccoli lavoretti. La notizia è resa pubblica in queste ultime ore dall’Osservatore Romano, secondo cui la suora sarebbe stata prima uccisa e poi decapitata, un dettaglio che rende “meno cruenta” l’intera vicenda, ma che resta comunque agghiacciante. Suor Ines viene descritta da chi la conosceva come una donna gentile e molto pacifica, faceva parte della comunità locale delle Figlie di Gesù, ed era molto minuta. Da anni si trovava nel sud ovest della Repubblica Centraficana, presso la prefettura di Sangha-Mbaerè, per provare a dare una prospettiva di vita migliore alle donne della zona.
CENTRAFRICA, SUORA UCCISA E DECAPITATA
«C’eravamo viste a Pasqua – ha raccontato l’italiana Elvira Tutolo, delle Suore della carità di santa Giovanna Antida Thouret, da diciotto anni in missione in Africa – e lei non era voluta venire via. Diceva: ‘Non sono sola! Ci sono le ragazze’». Le indagini stanno cercando di ricostruire con esattezza quanto accaduto e soprattutto il perché di tale brutale gesto, e in base ad una prima ricostruzione suor Ines Nieves Sancho sarebbe stata aggredita nella notte fra domenica 20 e lunedì 21 maggio: alcuni sconosciuti avrebbero fatto irruzione nella sua camera da letto, e l’avrebbero poi portata nelle aule dove si tengono le lezioni di cucito, e poi decapitata. Numerose le ipotesi al vaglio degli inquirenti, fra cui anche quella di un omicidio finalizzato al traffico di organi. Non è inoltre da escludere che tale assassinio sia stato una sorta di rito propiziatorio per favorire la ricerca dei diamanti. Al momento nessuno ha rivendicato l’azione.