Aumenta la tensione attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, mentre l’Ucraina accusa la Russia di volerla farla saltare in aria per fermare la controffensiva. Il governo di Kiev ha già diffuso un vademecum sulle norme da adottare in caso di “incidente con emissione di radiazioni”. Secondo gli esperti, le conseguenze di un’eventuale esplosione della centrale di Zaporizhzhia dovrebbero essere contenuto entro un raggio massimo di 50 chilometri, ma ciò è ben lungi dal tranquillizzare gli animi dinanzi a questa prospettiva.



L’Agenzia mondiale per l’energia atomica comunica di non aver trovato evidenze di ordigni durante le ispezioni alla centrale, tuttavia ha richiesto nuovi e urgenti controlli. Secondo il Financial Times, durante la sua visita a Mosca del marzo scorso il leader cinese Xi Jinping avrebbe messo in guardia il presidente russo Vladimir Putin dall’uso di armi nucleari in territorio ucraino. Affermazione prontamente smentita dal Cremlino. Non è dato sapere se le due potenze abbiano parlato nello specifico della centrale di Zaporizhzhia, tuttavia appare chiaro che la Cina non gradisca la prospettiva di un incidente nucleare provocato dall’alleato. L’esplosione della centrale di Zaporizhzhia viene però menzionata tanto dall’Ucraina quanto dalla Russia come evento “prossimo”, ma anche “catastrofico” e “sicuramente causato dal nemico”.



Esplosione centrale Zaporizhzhia, potrebbe succedere? “Non c’è energia come a Chernobyl, ma…”

La possibilità che si verifichi l’esplosione della centrale nucleare di Zaporizhzhia torna a fare paura in Ucraina. “A Chernobyl l’esplosione fu potentissima – ha spiegato al sito Censor.net il professor Anatoliy Chumak, direttore dell’Istituto di Radiologia clinica – Non c’è altrettanta energia nell’impianto di Zaporizhzhia, perché in cinque unità su sei non sono in corso reazioni nucleari”.

Ma quale potrebbe essere lo scenario in cui dovesse avvenire qualcosa alla centrale di Zaporizhzhia? A cercare di fornire una risposta è Ivan Kovalets, professore dell’Accademia nazionale delle Scienze di Kiev, che ha studiato 150 scenari meteorologici differenti: “la popolazione che vive in un raggio di circa 20 km sarebbe la più colpita, e diventerebbe necessario procedere all’evacuazione di alcune zone” si legge su Repubblica. Secondo altri studi, il raggio delle contaminazione potrebbe estendersi ulteriormente e raggiungere i 50 km. I servizi di intelligence alleati parlano di un possibile “incidente controllato e localizzato”.