Centri commerciali chiusi in alcune regioni italiane per tentare di fermare l’esponenziale rialzo di casi positivi al coronavirus. Molti governatori hanno sancito misure più restrittive rispetto al DPCM del premier Conte, basti pensare alla Lombardia: il presidente Attilio Fontana ha optato per il coprifuoco dalle ore 23 alle 5 del mattino. Sarà possibile uscire di casa solo per comprovate necessità, ma non solo. La Regione ha disposto anche la chiusura dei centri commerciali nel weekend: non si potrà andare il sabato e la domenica, dunque, ad esclusione dei supermercati. Sarà infatti possibile accedere per i prodotti di prima necessità. La Lombardia non è l’unica regione ad aver deciso la chiusura dei centri commerciali: nelle scorse ore si è allineato anche il Piemonte, dove è stata decisa la chiusura delle strutture non alimentari su tutto il territorio regionale. L’amministrazione Cirio ha disposto l’apertura solo per alimentari e farmacie, cioè beni di prima necessità. Nessuna restrizione aggiuntiva per la “movida” a differenza della Lombardia, verranno rispettate le indicazioni del governo.



CENTRI COMMERCIALI CHIUSI: LE PAROLE DI CIRIO

Centri commerciali chiusi nel weekend in Lombardia e Piemonte per il momento, dunque, anche se non è da escludere che venga presa una decisione simile anche da altre amministrazioni regionali. Intervenuto ai microfoni de La Stampa, il presidente piemontese Alberto Cirio ha spiegato così la sua scelta: «Stiamo agendo con un approccio rigoroso ma graduale per evitare più possibile blocchi generalizzati. La nostra linea oggi ci impone di intervenire in modo mirato e non indiscriminato, solo laddove esistono reali condizioni di criticità». Entrando nel dettaglio, la chiusura dei centri commerciali il sabato e la domenica «è stata una misura dettata dalla contiguità territoriale. I tre outlet più grossi del Piemonte sono sul confine di Lombardia e Liguria, avremmo rischiato di diventare un richiamo esagerato per i pendolari dello shopping».

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