Centri estivi per bambini e ragazzi, il “sogno” nemmeno troppo nascosto di molti genitori che dopo aver tenuto necessariamente in casa i propri figli durante il lockdown e per via della chiusura delle scuole, ora sperano di poter affidare i figli a queste strutture dato che da qualche settimana sono tornati a lavoro. Ma non tutto va come deve tra ritardi nelle aperture dei centri pubblici e una stangata sui prezzi invece nei centri privati dove, secondo alcuni, i rincari delle tariffe (sovente giustificati con le spese da sostenere per seguire i nuovi protocolli sanitari…) toccano anche punte del 300%. Come fare? Al momento la situazione nelle diverse regioni italiane pare essere un po’ a macchia di leopardo, tra bandi ancora da pubblicare e diverso modo di interpretare le linee-guida di cui sopra, senza dimenticare che la possibilità per le famiglie di usare il Bonus Baby Sitter per iscrivere i figli ai servizi educativi scolastici estivi le sottopone alla speculazione dei soliti approfittatori.
CENTRI ESTIVI, I GENITORI: “CE’ CHI SPECULA SUL BONUS BABY SITTER E…”
Insomma, i centri pubblici gestiti dai Comuni e quelli privati, seppure per differenti motivi, stanno facendo fatica a organizzarsi e ad aprire in vista della incipiente estate, senza contare che molte famiglie potrebbero essere scoraggiate da questa disorganizzazione oltre che dai prezzi: come detto, ad esempio, in provincia di Venezia i rincari hanno raggiunto il triplo (si parla in alcuni casi anche di oltre 200 euro a settimana) e questo vale soprattutto come nel Milanese per le fasce di reddito più alte. Da qui le proteste di diverse associazioni di genitori, tra cui Coordinamento Genitori Democratici, che pur ringraziando Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità, della sensibilità dimostrata sul tema, lamentano la scarsa collaborazione di enti locali definiti poco virtuosi dato che mancano norme specifiche per regolare l’accesso dei bambini a questo genere di servizi. E a poco vale la giustificazione che viene usato l’ISEE come criterio dal momento che questo fornisce una “fotografia” della situazione famigliare dell’anno scorso, ovvero pre-Covid, con alcuni redditi che sono crollati negli ultimi mesi. “Qualcuno si sta approfittando dei bonus concessi dal Governo alle famiglie con bambini piccoli” ha attaccato Carlo Garofolini, presidente dell’ADICO (Associazione a Difesa dei Consumatori), che sottolinea pure il rischio concreto che molti genitori rinunceranno così a iscrivere i figli ai suddetti centri.