Prosegue la querelle sui centri migranti in Albania a seguito dei ritardi nell’apertura. La data era stata fissata per il 2 agosto ma, a quanto pare, slitta di alcune settimane. Non è stata fornita una tempistica certa. Matteo Piantedosi, Ministro degli Interni, si è limitato a spiegare che il posticipo del progetto è dovuto alle condizioni geologiche del terreno che hanno richiesto ulteriori controlli, e all’ondata di caldo che ha causato un rallentamento dei lavori. Durante il question time che si è tenuto alla Camera il Ministro ha esposto questi chiarimenti, e ha dato ulteriori delucidazioni sui costi e sull’impatto che l’operato del governo Meloni ha avuto sul flusso migratorio.



Per quanto riguarda l’aspetto economico Piantedosi, come apprendiamo da Sky TG24 ha spiegato che i centri per migranti dell’Albania aiuteranno nell’obiettivo di abbattere le spese della gestione dell’accoglienza che ad oggi gravano sulle casse dello Stato, pari a circa un 1 miliardo e 700 milioni all’anno, e frutto dell’eredità lasciata dagli esecutivi precedenti e da un flusso incontrollato di migranti. Il ”costo complessivo del progetto”, ha spiegato Piantedosi, “è riferito all’arco di cinque anni. Parliamo, quindi, di circa 160 milioni all’anno”.



SITUAZIONE MIGRANTI, TRA ARRIVI E RIMPATRI

Nei primi sei mesi del 2024 sono stati 9mila i rimpatri assistiti, 5.111 dalla Libia e 3.800 dalla Tunisia. Riguardo al rimpatrio forzoso, sono stati in generale 3.080 i migranti rimpatriati con un aumento del 20% rispetto al 2023. Stiamo lavorando con l’obiettivo di aumentare effettivamente il numero dei rimpatri”. Questi sono i dati riportati dal Ministro Piantedosi nel corso del question time.

Il Ministro degli interni ha voluto fare leva sulla forte diminuzione degli arrivi di migranti sul territorio italiano, registrando un calo significativo soprattutto rispetto al 2022, quando ancora era in carica il precedente Governo. Ad essere aumentati sarebbero poi i rimpatri volontari. Questo grazie all’accordo con organismi internazionali come OIM e UNHCR, grazie ai quali vengono offerte già in Libia e in Tunisia delle alternative che consentono di riaccompagnare i migranti nei Paesi di origine, aiutandoli a reinserirsi nel tessuto economico e sociale. E poi è stata toccata anche la questione della necessaria cooperazione con gli altri Paesi UE anche per porre fine alle organizzazioni criminali che operano traffici di migranti.