Ha fatto notizia l’annuncio di ricerca di lavoro da parte di Massimiliano Neri, patron del Kukai, ristorante che da vent’anni propone cucina giapponese a Napoli. Nell’annuncio si legge: «Si ricercano giovani di ambo i sessi e/o non binary, affidabili, allegri, solari e sorridenti…». Una vera e propria rivoluzione culturale quanto si legge in questa frase: «Volevamo dare un segnale – ha commentato lo stesso Massimiliano Neri ai microfoni del Corriere della Sera, edizione Mezzogiorno – e penso che ci siamo riusciti. Venti anni fa anche noi, come categoria, venivamo guardati male. Oggi siamo riconosciuti e, nel nome di quei momenti difficili per i gay, dobbiamo spenderci affinché non ci siamo discriminazioni per nessuno».
All’annuncio non sono arrivate moltissime risposte, ma in ogni caso coloro che hanno replicato all’appello sono persone «tutte valide. Quando, in precedenza, ho pubblicato su grandi piattaforme annunci per cercare personale, su mille risposte il 99 per cento non era utile. Adesso su una base di qualche decina di riscontri ho l’imbarazzo della scelta. E ho notato che tutti hanno apprezzato il tono dell’annuncio. E non per questioni personali. Entreranno a far parte dello staff ragazze che sono mamme o chi ha un compagno o altri di cui non conosco la vita privata. Ma quel che conta è agire senza discriminazioni».
“CERCHIAMO UOMINI E DONNE O NON BINARY”, L’ANNUNCIO DI MASSIMILIANO NERI PER IL KUKAI: “IMPRENDITORI HANNO RESPONSABILITA’”
Massimiliano Neri ha ricordato che «Gli imprenditori hanno una grande responsabilità, possono svolgere un ruolo di rilievo in un Paese che ha difficoltà a confrontarsi con il Ddl Zan, perché tutte le diversità, i profili di ciascuno possano essere accettati. Accettati nel quotidiano, nel mondo del lavoro. Non come fenomeni da baraccone o protagonisti di eventi provocatori. Le persone valgono per quel che sono: un cameriere deve avere caratteristiche che non hanno a che vedere con il suo genere».
Un annuncio rivoluzionario e nel contempo la volontà di investire in un momento sicuramente non semplice, con tante incertezze legate al futuro per via della pandemia di covid: «La qualità paga. E paga la professionalità. In questo momento, dopo la tragedia che ha stroncato la vita di un ragazzo, si rischia la demonizzazione della cucina giapponese. Ma che quel che è accaduto fa probabilmente riferimento a una offerta di menu a costi che non potrebbero essere sostenibili con materie prime di qualità e personale formato per lavorare senza rischi».