Si sarebbe potuto vincere il Coronavirus mangiando cereali? Forse non si arriva tanto ma l’epidemiologo Franco Berrino, che sta per pubblicare Il cibo della saggezza – il nuovo libro scritto con Marco Montagnani – ha parlato esplicitamente di abitudini alimentari importanti per ridurre i rischi di contrarre il Covid-19. Già direttore del Dipartimento di medicina preventiva e predittiva presso l’Istituto Tumori di Milano, Berrino ha citato Louis Pasteur per dire che “i microbi si comportano in base al terreno che incontrano”, e il terreno in questo caso è il nostro intestino: dunque secondo lui un’alimentazione ricca di fibre (“cereali integrali, verdure e legumi” ha minori possibilità di morire di cancro, diabete e malattie infettive. Anche per questo motivo la carne è sconsigliata in questo periodo di Coronavirus: solo il pesce – a patto che non sia di allevamento – non aumenta i processi infiammatori.
CEREALI RIMEDIO CONTRO CORONAVIRUS
Secondo Franco Berrino ci sono fattori che contribuiscono ad aumentare i contagi da Coronavirus: non è un caso secondo lui che la pandemia si sia generata a Wuhan e abbia avuto grande diffusione in Lombardia, due zone che sono tra le più inquinate dei rispettivi Paesi (“lo smog fa venire il cancro e favorisce ogni tipo di infiammazione”). Tuttavia, ha anche detto che il 90% degli anziani che soffrono di colesterolo o pressione alta potrebbe non prendere alcun farmaco ma semplicemente cambiare stile di vita e alimentazione. Per quanto riguarda le fibre nello specifico, il dottor Berrino sostiene che debbano essere quelle “buone” dei cereali integrali, 50 grammi al giorno “riducono significativamente la mortalità per malattie infettive”, arrivando addirittura al 25% con una dose da 90 grammi.
Berrino dice che il pane e riso integrali sono preferibili a quelli bianchi, poi bisogna mangiare zuppe di orzo o farro decorticato, miglio e grano saraceno che permettono di far funzionare bene l’apparato digerente. “Se l’intestino è sano il sistema immunitario è più forte”. Nell’occhio del ciclone finiscono ovviamente anche gli zuccheri: Berrino sostiene che questo non significhi per forza dover rinunciare ai dolci, ma è appurato da 50 anni che “lo zucchero riduce la capacità dei globuli bianchi di inglobare e distruggere batteri”. Addirittura, il professore dice che il digiuno ideale sarebbe anche di 36 ore ma può andare bene anche quello da 16-18 (“evitando la cena”) perché le cellule attivino l’autofagia, ovvero il processo nel quale si liberano di organi e proteine da smaltire. Oltre a questo sono consigliatissime passeggiate lunghe di buon passo, oppure yoga, aerobica e step a tempo di musica che sono le attività cui lo stesso Berrino si dedica.