Da quando è entrato in vigore il green pass obbligatorio nel mondo del lavoro, c’è stato un vero e proprio boom di certificati medici per malattia. A sottolinearlo è il Corriere della Sera, che riporta i numeri ufficiali delle richieste di certificati medici: 76.836 venerdì 8 ottobre, e ben 93.322, circa 17mila e 500 in più, la settimana successiva, in concomitanza con l’applicazione della misura restrittiva. E secondo l’Inps la quantità è destinata a crescere nelle prossime settimane, visto che lunedì 18 c’è stato un nuovo surplus di richieste, arrivando a 152.780, con un incremento del 14.6 per cento rispetto alla settimana precedente (erano 133.270).
Differenze in positivo si sono viste anche nella giornata di martedì scorso, 19 ottobre, quando i casi sono stati circa 80mila contro i 74mila di sette giorni prima (incremento dell’11.2%), e gli aumenti maggiori si sono registrati in Lombardia, dove si è passati dai quasi 33mila certificati di malattia presentati l’11 ottobre, ai 38.061 del 18. Crescono anche i numeri del Piemonte (13.800 certificati l’11 ottobre, 16.600 due giorni fa), così come in Veneto, dove si è invece registrato una crescita da 8.900 circa a 18.800 a seguito dell’introduzione del green pass obbligatorio. La tendenza in generale è quella dell’aumento, così come accaduto anche in Emilia Romagna e in Lazio, e ovviamente non si fa reato pensare che tale richieste in surplus siano legate appunto al green pass obbligatorio.
GREEN PASS OBBLIGATORIO, LA DENUNCIA DEI MEDICI DELL’INPS
Coloro che non erano intenzionati a vaccinarsi hanno deciso di ricorrere alla scorciatoia della malattia, per evitare la sospensione, in quanto senza green pass sul luogo del lavoro si viene considerati assenti ingiustificati. La sospensione prevede tra l’altro anche lo stop ai contributi assistenziali e previdenziali, con effetti su Tfr, assegni familiari e altre erogazioni.
A questo punto ci si domanda come arginare il problema, visto che resta complicato verificare le migliaia di persone assenti per malattia in questi giorni. «Siamo in una situazione difficile — racconta al Corriere della Sera Gianfranco Magnelli medico che collabora con l’Inps, andato da poco in pensione — abbiamo migliaia di pratiche in attesa ma le risorse sono queste, per ogni medico che c’è ne servirebbe almeno un altro».