Un certificato elettronico di vaccinazione, questa l’ipotesi dell’Organizzazione mondiale di sanità (Oms) per regolare la vita sociale ai tempi del Covid. È Oms Europa in particolare a valutare la possibilità di crearlo in collaborazione con gli Stati membri. Così i governi lasceranno libere le persone di non vaccinarsi, ma d’altra parte ne limiteranno le libertà in caso di mancata vaccinazione. Siddhartha Datta, esperto di vaccini dell’Oms Europa, ha aperto a questa possibilità, come riportato da Il Messaggero: «Stiamo esaminando molto da vicino l’uso della tecnologia nella risposta a Covid e uno degli aspetti è come possiamo lavorare con gli Stati membri verso qualcosa come un certificato di vaccinazione elettronico». Proprio quando comincia l’organizzazione della più grande campagna di vaccinazione mondiale, il mondo sembra dividersi in due, cioè tra chi si sottoporrà alla profilassi e chi no, magari perché in attesa dell’iniezione, non necessariamente per convinzione personale. I vaccinati potranno, quindi, tornare ad una vita più o meno normale, gli altri dovranno fare i conti con divieti.
IN ARRIVO UN CERTIFICATO ELETTRONICO DI VACCINAZIONE?
Niente vaccino anti Covid? Allora niente ingresso in bar, ristoranti e cinema. Così pure in palestra. E si rischia anche di non poter viaggiare. A prescindere dalla questione no vax, è evidente che l’ipotesi della creazione di un certificato elettronico di vaccinazione può rappresentare un incentivo, ma al tempo stesso creare una società a doppia velocità, dove chi non è vaccinato perché non ha ancora ricevuto l’iniezione viene “rallentato”. Il rischio di ingiuste ineguaglianze, dunque, è dietro l’angolo. Il dibattito è d’attualità nel Regno Unito, dove si sono mossi in anticipo non dovendo aspettare la risposta dell’Ema visto che non sono più nell’Unione europea. «Ristoranti, bar e cinema potrebbero allontanare i clienti se non si sono sottoposti al vaccino», ha annunciato il sottosegretario alla Salute Nadhim Zahawi. Quindi, niente obbligo di vaccinazione, ma questa potrebbe essere richiesta come requisito per l’ingresso in alcuni luoghi. Una sorta di passaporto sanitario? Da questo punto di vista è davanti la Danimarca, mentre il governo italiano valuta l’ipotesi.
NO AL VACCINO ANTI COVID? NIENTE BAR, VIAGGI E…
Anche l’ordine dei medici della Danimarca, però, solleva delle perplessità in merito alla possibile creazione di un certificato elettronico di vaccinazione. «Questa non è coercizione vera e propria ma rappresenta comunque una forma di forzatura, pressione o limitazione, se dici alla gente che perderà privilegi nella società come individuo se non rispetterà determinate indicazioni», dichiara Anders Beich, presidente dell’ordine, come evidenziato da Il Messaggero. Le compagnie aree intanto si stanno già muovendo. Alan Joyce, ceo di Qantas, ad esempio ha annunciato che per andare in Australia sarà richiesto nei prossimi mesi un documento di identità sanitario. «Ai passeggeri stranieri chiederemo di aver fatto il vaccino prima di salire sui nostri aerei. Pensiamo sia una decisione necessaria e credo sarà un argomento di discussione con gli altri colleghi in giro per il mondo». Il dibattito riguarda anche il mondo sportivo. «I tifosi torneranno allo stadio solo quando ci sarà il vaccino», ha anticipato Pierpaolo Sileri, viceministro alla Salute. Ma considerando che in Italia bisognerà aspettare mesi per essere vaccinato, in quanto la priorità spetterà giustamente a operatori sanitari e anziani, rischiamo di tornare alla vita “normale” dopo altre nazioni.