Durante l’evento digitale organizzato dal Sole 24 Ore in collaborazione con Unioncamere nominato “Certificazione della Parità di Genere. Che cos’è, come ottenerla, i vantaggi”, la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Maria Roccella ha parlato proprio della certificazione oggetto del dibattito, come incentivo per invertire la crisi demografica che sta investendo il nostro paese. Si tratta, concretamente, di una certificazione atta a ridurre il divario tra uomo e donna all’interno dei posti di lavoro, specialmente dal punto di vista del salario, delle mansioni e delle opportunità di crescita, spesso ampiamente differenti, a sfavore ovviamente delle donne.
Roccella sulla Certificazione della Parità di Genere
La ministra Roccella parla chiaro, secondo lei la Certificazione della Parità di Genere sul posto di lavoro è “un cambiamento culturale, che vogliamo ottenere nei confronti in primo luogo delle donne e nei confronti della maternità e in generale della genitorialità e della famiglia. Per ottenerlo serve non soltanto lo sforzo del governo che sicuramente c’è, serve anche uno sforzo collettivo (..) e da parte degli enti locali, dei sindacati, delle imprese, del no profit, di tutti i soggetti della società civile”.
“La certificazione della parità di genere e più in generale un ambiente di lavoro sereno e inclusivo”, ha spiegato la ministra Roccella durante l’evento, “possono aiutare le donne a ipotizzare la possibilità di diventare madri senza pagare prezzi troppo alti in termini di realizzazione professionale, di vocazioni, di sogni a cui magari oggi devono rinunciare: per questo costituiscono un passo fondamentale per frenare l’inverno demografico“. La certificazione della parità di genere, insomma, sarebbe un importante passo avanti, sia dal punto di vista dell’inclusività lavorativa, che da quello della natalità in crisi, permettendo alle donne di immaginare un futuro economicamente e lavorativamente più semplice in direzione, anche, della costruzione di una famiglia, senza dover mettere da parte la possibilità di guadagnare.
Cos’è la certificazione della parità di genere
La certificazione della parità di genere sul lavoro è stata introdotta già alla fine del 2021 e da quel momento parecchie aziende l’avrebbero già richiesta, ed in alcuni casi ottenuta. Concretamente, al datore di lavoro permette un esonero sul versamento di una percentuale dei contributi previdenziali a suo carico, a costo di una riduzione delle disparità di genere all’interno del posto di lavoro. Si tratta di un esonero pari al massimo all’1% del totale, con un cap fissato a 50mila euro per impresa.