C’è anche Cesara Buonamici, il volto del TG 5 a Verissimo da Silvia Toffanin per parlare dell’emergenza sanitaria da Coronavirus: “la regola universale è sempre la stessa: quella del giornalismo, essere il più precisi possibili ed onesti. Raccontare quello che vediamo, dare una fotografia di quello che è, questa è una situazione particolare per tutti”. Parlando del coronavirus la giornalista dice: “è un virus nuovo che non conosciamo, non sappiamo se e come quando arriverà il vaccino. Questa è più di un raffreddore, ma non è una pesta, è come l’OMS il 95% esce fuori guarito e qualcuno non ha e non avrà mai i sintomi, c’è solo il 5% che necessita di cure particolare o terapia intensiva. Devono stare attenti quelli un pò in avanti con l’età, ma si guarisce”. La Buonamici parla anche delle scelte del governo: “ha voluto dimostrare che aveva presa molto sul serio questo pericolo, questa preoccupazione, ma ora ci accorgiamo che fare i tamponi a chi non ha sintomi non ce ne è bisogno, vanno ad ingolfare il sistema sanitario. In Cina sta calando e dobbiamo pensare che c’è adesso un dramma economico. Bisogna seguire la medicina, noi abbiamo isolato i nostri due focolai”. La giornalista poi precisa: “non ho paura, c’è una preoccupazione di base, anche se questo virus ha un’alta infettività”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



Cesara Buonamici : le news sul coronavirus

Dal bancone del Tg5 a Verissimo: Cesara Buonamici oggi pomeriggio sarà tra i volti che affiancheranno Silvia Toffanin nella pagina che il rotocalco di Canale 5 dedicherà all’emergenza coronavirus. Accanto a lei, ci saranno altre quattro protagoniste dell’informazione targata Mediaset, che parleranno di come il loro approccio – e quello dei mass media in generale – stanno influenzando il modo degli italiani di reagire all’emergenza. Cesara Buonamici, in particolare, avrà modo di parlare degli spazi che il TG5, così come altri organi di informazione, stanno riservando alla vicenda, ponendo l’accento sulla questione degli allarmismi, sulle fake news e sull’importanza dell’informazione in questo momento così particolare. Non è la prima volta che Cesara Buonamici è tra gli ospiti del salotto di Silvia Toffanin: già in passato, infatti, il volto del Tg 5 ha avuto modo di raccontarsi a Verissimo ripercorrendo l’infanzia e i primi passi nel mondo dell’informazione.



CESARA BUONAMICI: “DEVO TUTTO A QUELLA PICCOLA TELEVISIONE”

L’avventura di Cesara Buonamici nel mondo dell’informazione ha avuto inizio su una rete locale, Tele Libera Firenze, una realtà che le ha permesso di acquisire tutti gli elementi per diventare uno dei volti di punta dell’informazione italiana. Oggi, infatti, Cesara Buonamici conserva di quel periodo un piacevole ricordo, così come ha raccontato qualche tempo fa in un’intervista concessa a Verissimo: “Devo tutto a quella piccola televisione – però forte – in quegli anni in cui, per insonorizzare lo studio, c’erano i cartoni delle uova attaccati – ha detto Cesara Buonamici nel salotto di Silvia Toffanin – Fai da te in tutto e per tutto – ha spiegato poi la giornalista – però una grande gavetta. Poi è arrivata Rete 4 con Mondadori – ha ricordato la Buonamici – e poi, nel 1984, sono arrivata nel gruppo Fininvest”



CESARA NUONAMICI E LA FEDE: “DA BAMBINA…”

Diverse volte, Cesara Buonamici ha parlato della sua fede e di quando, ancora molto giovane, nutriva la volontà di intraprendere un percorso di fede. Un’esperienza di cui il volto del TG5 ha parlato anche a Verissimo, dove ha ripercorso, con dovizia di dettagli, una particolare fase della sua infanzia: “Ero un po’ossessionata dal peccato, quindi da ogni cosa minima, non lo so: ho risposto male alla mamma o non sono stata gentile… Poi – ha ricordato la Buonamici – un bel giorno mio padre si accorse di questo stato un po’ ossessivo e mi fece un discorso”. A influenzarla, ha spiegato la giornalista, un contesto particolarmente vocato alla preghiera: “La mia tata era una carmelitana – ha detto il volto del Tg5 – ero circondata da questo ambiente di preghiera continua, per cui, nei momenti di riposo, uno doveva pregare. Mio padre rimise le cose a posto, io ripresi la mia strada con serenità”.