Conferma dell’ergastolo per l’ex terrorista del Pac, Cesare Battisti, rientrato in Italia lo scorso mese di gennaio dopo essere fuggito dal Brasile alla Bolivia. L’ex latitante, fra tre anni e mezzo (quando avrà scontato in totale 10 anni di carcere), potrà richiedere dei permessi e delle misure alternative, così come ogni altro detenuto, una misura, quest’ultima, che non ha convinto molti, a cominciare dal vice-presidente del consiglio, Matteo Salvini. Il ministro dell’interno ha infatti commentato tale decisione con le parole: «Non ci possono essere premi per assassini – riporta l’edizione online de Il Giorno – stupratori e pedofili». Battisti era ricercato dalle autorità italiane per aver commesso 4 omicidi alla fine degli anni ’70, poi riportato nel paese d’origine dopo ben 37 anni di latitanza. La difesa chiedeva che la pena dell’ergastolo venisse tramutata in 30 anni di carcere, in base al trattato di estradizioni che vi è fra Italia e il Brasile, paese quest’ultimo dove non esiste l’ergastolo. Per i giudici, però, tale ipotesi poteva valere solo nel caso in cui lo stesso Battisti non si fosse allontanato volontariamente dal Brasile e non si fosse opposto alla sua estradizione in Italia. Gli avvocati hanno fatto sapere che faranno ricorso in Cassazione. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CESARE BATTISTI, ERGASTOLO CONFERMATO MA PREMI FRA 3 ANNI

Confermato l’ergastolo per Cesare Battisti, ma è polemica sui social network sulla possibilità di richiedere benefici, come i permessi premio, tra 42 mesi. Il dibattito politico si è acceso e dalla Lega è stata accolta positivamente la sentenza della Corte d’Appello d’Assise di Milano, ecco le parole di Paolo Grimoldi: «Applaudo la sentenza della Corte d’Appello di Milano che ha confermato per Cesare Battisti la pena dell’ergastolo per quattro omicidi commessi negli anni Settanta. Questa è solo giustizia, non c’è nessuna vendetta o persecuzione. Parliamo di un criminale, un assassino, condannato dai tribunali italiani, dalla giustizia italiana, per quattro omicidi, che per 37 anni non ha mai scontato la sua pena, ha deriso e ha irriso le memorie delle vittime e il dolore delle loro famiglie, e adesso deve pagare tutti i suoi crimini, senza se e senza ma». Esulta anche Gianmarco Senna: «Battisti: ergastolo confermato! Dalla galera non esci più». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



LA DECISIONE DELLA CORTE D’ASSISE D’APPELLO DI MILANO

Niente sconti per Cesare Battisti: confermato l’ergastolo all’ex terrorista. La difesa ha annunciato il ricorso, con il Tribunale che ha respinto la tesi dei legali del brigatista: «Non risponde al vero, quanto sostenuto dalla difesa nel corso della discussione che la decisione delle autorità boliviane di consegnarlo ai funzionari dell’Interpol per il trasferimento in Italia sarebbe stata presa solo in un momento successivo rispetto all’emissione del provvedimento di espulsione e che l’interessato avrebbe dovuto essere invece consegnato agli agenti della polizia federale brasiliana, giunti a prenderlo con un aereo per l’accompagnamento in Brasile». E Il Giornale evidenzia: «Se Battisti avesse voluto far valere gli accordi estradizionali italo-brasiliani non avrebbe dovuto allontanarsi volontariamente dal Brasile e non avrebbe dovuto opporsi alla conclusione della procedura estradizionale con la sua consegna dall’Italia al Brasile». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



NIENTE SCONTI PER CESARE BATTISTI

Questa mattina la Corte d’Assise d’Appello di Milano ha confermato la pena definitiva dell’ergastolo per il terrorista ex PAC Cesare Battisti: dopo l’arresto a seguito dei 37 anni di latitanza e dopo l’estradizione in Italia lo scorso gennaio, i magistrati hanno ripreso in mano quelle condanne all’ergastolo per 4 omicidi (confermati e ammessi nelle scorse settimane dallo stesso Battisti, “ho fatto del male”) e hanno messo questa mattina la parola “fine” all’esecuzione della pena per l’ex terrorista comunista. I giudici hanno respinto la richiesta della difesa di Battisti di commutare la pena di carcere a vita a “soli” 30 anni, che poi – al netto del “presofferto” (periodo già passato in carcere) – sarebbero ammontati precisamente a 20 anni, 7 mesi e 24 giorni. La Corte d’Appello di Milano ha però deciso di rifiutare e respingere la richiesta, aprendo però alla possibilità che tra meno di 4 anni Cesare Battisti possa richiedere dei permessi speciali durante la pena detentiva in carcere: avendo già scontato come “presofferto” sei anni e mezzo, l’ex terrorista braccato in Bolivia potrà presentare domanda per possibili permessi premio già fra tre anni e mezzo, ovvero una volta che risulteranno scontati complessivamente dieci anni di carcere.

CESARE BATTISTI: L’ESTRADIZIONE È STATA REGOLARE

«Le decisioni dei giudici non si commentano e se non si condividono si impugnano», fa sapere l’avvocato difensore di Cesare Battisti, Davide Steccanella: decidendo per possibili benefici e permessi, «i giudici hanno lasciato aperto uno spiraglio stabilendo che la pena nel suo caso non è “ostativa alla richiesta dei benefici penitenziari”». A metà maggio la stessa difesa di Cesare Battisti, nel frattempo rinchiuso nel carcere in Sardegna a Oristano, aveva definito illegittima l’espulsione dal Brasile, chiedendo per questo motivo il no all’ergastolo (pena che non esiste in Brasile e su questo puntavano gli avvocati). Il 17 maggio scorso invece il procuratore generale Lamanna aveva definito la procedura dal Brasile non una estradizione ma una semplice espulsione: «la procedura seguita è stata corretta e che non vale l’accordo di estradizione tra l’Italia e Brasile, definito terzo estraneo». Non considerandola come estradizione, non è dunque legittima la richiesta di tramutare per Battisti una pena alternativa prevista in Brasile: così invece, l’espulsione e l’arrivo in Italia è stato regolare e ora l’ex “killer” dei PAC potrà scontare il suo ergastolo nelle carceri italiane dopo ben 37 anni di estradizione.