Cesare Battisti scrive al settimanale L’Obs dicendo di essere vittima di ingiustizie ed esprimendo la sua paura perché è in cella con jihadisti. «Sono l’unico detenuto senza alcun rapporto con il jihadismo che si ritrova in un reparto di alta sicurezza riservato agli accusati di “terrorismo islamico”». Comincia così la lettera scritta dall’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac), condannato all’ergastolo per quattro omicidi. L’ha dettata al telefono ad una delle sue figlie ed è stata pubblicata lunedì dal settimanale francese. Battisti ha parlato di una «situazione insostenibile» per la quale è privato di ogni attività, anche l’ora d’aria fuori dalla cella del carcere di Rossano (Calabria), dove è detenuto.



«Se così si può chiamare questa gabbia minuscola in cui non entra mai un raggio di sole», ha aggiunto. Inoltre, ha parlato di «flagrante violazione delle norme nazionali e europee che vigilano sulla dignità dei detenuti» in merito al reparto di alta sicurezza Isis-As2. «Qui non esiste alcuna attività rieducativa o di reinserimento sociale».



CESARE BATTISTI, LETTERA (E LIBRO) DAL CARCERE

Nella sua lettera Cesare Battisti, che proprio in Francia ha trascorso parte della sua latitanza, spiega che la struttura «è concepita con un fine esclusivamente punitivo» e lo definisce «vera e propria tomba dove nemmeno un prete osa entrare». Il pluriomicida ha fatto quindi un «appello alla giustizia», cinque mesi dopo la lettera al Garante nazionale dei detenuti in cui diceva di sentirsi in pericolo tra gli estremisti islamici, ricordando le minacce ricevute già dai terroristi di Al Qaeda nel 2004, in quanto si era espresso «contro il velo islamico e l’atroce discriminazione delle donne» e nel 2015 da parte dello Stato islamico perché aveva «pubblicamente criticato l’operato dell’Isis in Siria». Ora Battisti annuncia un nuovo sciopero della fame e della terapia, che segue in quanto ha delle patologie croniche.



Pur essendo «allo stremo delle forze psichiche e fisiche», ha preso questa decisione affinché venga applicata la decisione della Corte d’Assise d’Appello di Milano, secondo cui non è «applicabile il regime ostativo» nel suo caso. L’ex terrorista chiede di andare in una prigione dove possa «intraprendere il legittimo percorso di reinserimento sociale previsto dalla legge». Eppure Cesare Battisti, secondo quanto riportato da La Verità, finora ha collezionato punizioni per il suo comportamento aggressivo in carcere. Lì dove ha scritto un libro che è pronto per essere pubblicato proprio in Francia.