Cesare Bocci a La volta buona, confessione su Il commissario Montalbano: “Ho fatto piangere Andrea Camilleri”
Ospite nella puntata di oggi de La volta buona di Caterina Balivo Cesare Bocci ha rivelato un curioso aneddoto sui suoi primi lavori. Infatti, prima di diventare un attore affermato noto soprattutto per il ruolo di Mimì Augello ne Il commissario Montalbano ha fatto molti altri lavori come il cameriere, l’autista, l’imbianchino e soprattutto il manichino vivente. L’attore, infatti, ha rivelato: “Ho fatto il manichino vivente, per guadagnare un po’ di soldi chiedere a me e a una mia amica di stare impalati così…ci davano credono 50 mila lire al giorno. La cosa più divertente è che quando passavano le persone ci muovevamo e loro se la facevano addosso.”
La sua carriera vera e propria è iniziata con la fiction Commesse in cui recitava al fianco di Veronica Pivetti ma il successo è arrivato con Il Commissario Montalbano e durante la chiacchierata Cesare Bocci ha confessato di aver fatto piangere Andrea Camilleri: “Si emozionò, perché una sera era andata in onda una puntata dove si indagava su un traffico di organi ed erano coinvolti anche dei bambini. Il giorno dopo facemmo questo pranzo e lui si avvicinò e mi disse ‘ieri sera tu mi ha fatto piangere’. E questo è una della cosa che mi porto e ci ripenso quando mi sento giù.”
Cesare Bocci e il retroscena su Rita Borsellino: “Ho ricevuto i complimenti per la fiction su Paolo Borsellino”
È fiume in piena di aneddoti, Cesare Bocci a La volta buona ha confessato che è stato un onore per lui interpretare Paolo Borsellino in una fiction Rai: “Se na parla poco e troppo male di questi magistrati che hanno dato la vita per il nostro Paese.” Ed a proposito di questa interpretazione ha ricevuto i complimenti di Rita Borsellino: “Il suo film me l’ha consigliato un mio amico, l’ho visto e se fosse ancora viva mia madre glielo farei vedere perché per quelle due ore ci ha restituito Paolo.” E si arriva, infine, in una delle ultime fiction di successo di cui ha fatto parte: Imma Tataranni in cui impersona un boss mafioso.