Cesare Cremonini si è raccontato a tutto tondo ai microfoni del “Corriere della Sera”, nell’ambito di un’intervista nel quale si è messo a nudo anche in chiave sentimentale, partendo dalla sua discografia. “‘Nessuno vuole essere Robin’ è una canzone impegnata, ma più che politica la definirei civile. Quel ‘siamo tutti più soli’ nasce da un disagio profondo e da un dolore privato che si collegano poi a una collettività intera. Anche ‘La ragazza del futuro’ è civile, guarda alla collettività. Nel 2005-10 sono stato un autore che ha iniziato un racconto sull’intimità, poi sviluppato da altri, senza più gli stereotipi del grande amore baglioniano. Quel mio capitolo si va esaurendo per questioni anagrafiche, per la mia maturazione come uomo”.
Dopodiché, Cesare Cremonini ha rivelato che le sue canzoni dicono come lui sia stato avvolto in passato dall’amore e ne sia stato abbracciato in toto, ma “adesso ne sento un’assenza spaventosa. Il vuoto di questo istante di vita è ingombrante. Ho fatto una scelta di onestà con me stesso e non mi basta più accontentarmi. Però il legame con il pubblico compensa questa mancanza. Lo disse anche Alberto Sordi in un’intervista in cui gli chiedevano del suo essere uno scapolone”.
CESARE CREMONINI: “MI SONO CHIUSO IN UNO STUDIO DI REGISTRAZIONE PER 12 ANNI”
Nel prosieguo del suo intervento sul “Corriere della Sera”, sempre a proposito dell’amore, Cesare Cremonini si è guardato alle spalle: “Se osservo i filmati e le registrazioni del mio archivio vedo molta vita fino ai 22 anni d’età. Poi mi chiudo in uno studio di registrazione per 12 anni ed è solo lavoro per costruire una carriera in prospettiva”.
E, se adesso cerca di colmare le lacune dell’amore con l’affetto del suo pubblico, Cremonini ha rivelato di inserire nelle sue canzoni molte note autobiografiche: “Raccolgo pezzi di vita e li trasformo in brani”.