La scorsa settimana Cesare Cremonini ha dato un importante annuncio a tutti i suoi fan. Tramite i social, infatti, ha fatto sapere che nel 2020 tornerà con un tour negli stadi. Ci sono già i nomi delle prime città che verranno toccate da questa nuova serie di concerti: Lignano Stadio G. Teghil, Milano Stadio San Siro, Torino Stadio Olimpico, Padova Stadio Euganeo, Roma Stadio Olimpico, Firenze Stadio A. Franchi, Bari Stadio Arena Della Vittoria. Sono state promesse anche delle grandi novità per domenica 26 maggio. Forse il cantante anticiperà qualcosa già questa sera, durante la sua ospitata a Che tempo che fa. Ci sono fan pronti a scommettere che tra una settimana ci sarà l’annuncio di un nuovo singolo o di un nuovo album, magari da portare appunto in tutta Italia con un tour l’anno prossimo.



CESARE CREMONINI, IL PROGETTO PER IL 2020

Di certo Cremonini ha deciso di muoversi con grande anticipo e ha anche creato un po’ di suspense quando, prima di annunciare il nuovo tour, ha cominciato a postare con l’hashtag #CremoniniDueMilaVenti, spiegando così il suo significato:  “#CremoniniDueMilaVenti significa una cosa: che il futuro è arrivato molto in fretta ed è diverso da come ce lo eravamo immaginati. Io da bambino lo pensavo pervaso di sentimenti cosmici, rigurgitante di palazzi alti più delle nuvole e multiformi tra cui sarebbero sfrecciate automobili volanti, guidate da esseri umani identici l’uno all’altro. Immaginavo i cantanti del futuro ossessionati da pettinature bizzarre: l’unico modo rimasto per distinguersi l’uno dall’altro. 2O sono gli anni della mia vita in musica. 2O+2O il mio primo fantastico tempo. 



CESARE CREMONINI E IL RAPPORTO CON LA MUSICA DI GABER

L’anno prossimo Cremonini, precisamente il 27 marzo, compirà infatti 40 anni e probabilmente per questo ha scelto proprio di dar vita a un tour speciale in un anno in cui, sommando le prime due cifre e le ultime due, si ottiene proprio 40. Recentemente il cantante bolognese è stato anche ospite della rassegna “Milano per Gaber”, durante la quale, secondo quanto riporta l’Ansa, ha raccontato di avere un rapporto speciale con la musica dell’artista meneghino, iniziato dopo il forte successo con i Lunapop. “Ero un imbecille, perché il successo ti stordisce. Solo quando ho rimesso i piedi per terra mi sono sentito impreparato al ruolo di cantautore. Avevo bisogno di trovare dei punti di riferimento e Gaber è stato uno di questi. Non ce l’avrei mai fatta se non avessi trovato le mie figure di riferimento sorveglianti, una sorta di angeli custodi. A San Siro avevo Gaber sulla spalla sinistra e Freddie Mercury su quella destra che mi assistevano”.

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