Cesare Cremonini al “Corriere della Sera” ha raccontato di essersi recato in una foresta della Germania per cercare la voce di Lucio Dalla. L’artista bolognese ha infatti reso noto che è in un magazzino tedesco che sono conservati i master con le registrazioni originali dell’epoca, cui ha avuto accesso grazie a Sony e Fondazione Dalla. E al loro interno, Cremonini ha scoperto un mondo: “Dentro quei nastri ci sono segreti, respiri, umori, energie. La voce di Lucio ha una potenza e un timbro profondo: ho preso una lezione di canto. Rispetto alla versione fatta dal vivo la sfida è stata dare a quelle sonorità, che oggi sembrano datate, una produzione attualizzata per poterla portare alle nuove generazioni”.
Il risultato è sfociato in un duetto su “Stella di mare”, datata 1979 e contenuta in un album che, come afferma Cesare Cremonini, “Lucio Dalla fece esplodere una forma della canzone non più imbrigliata dalla politica. Aveva già liberato la canzone con ‘Com’è profondo il mare’, ma lì c’era ancora il rapporto con la società. Qui invece racconta l’amore, i rapporti quotidiani, l’intimità della camera da letto”.
CESARE CREMONINI: “L’AMBIGUITÀ DI LUCIO DALLA NON ERA NELLA SUA SESSUALITÀ”
Nel prosieguo della chiacchierata con i colleghi del “Corriere della Sera”, Cesare Cremonini, a proposito di Dalla, ha ancora sottolineato: “Lui disse che voleva passare dalla canzone di protesta a quella di proposta. Andava contro l’atteggiamento, ancora oggi vivo in molti che non sono altro che canzonettari, del voler dimostrare una credibilità artistica attraverso l’attenzione alla politica”.
Invece, Lucio Dalla, su cui Cremonini peraltro sta anche scrivendo un film, non ha mai esplicitato le sue scelte sessuali. Tuttavia, l’ex Lunapop offre un altro punto di vista per analizzare nel dettaglio la questione: “L’ambiguità di Dalla non era nella sua sessualità o nella sua vita, ma nelle composizioni. Non era in simbiosi con le sue canzoni”.