Cesare Fiorio, da manager di F1 a imprenditore in una masseria in Puglia. Una parabola che ha raccontato in una intervista al Corriere della Sera. “Ho cambiato vita, ma guardo al passato. È stata una svolta progressiva. Non conoscevo la Puglia. Un amico mi tempestava di foto di trulli e di ulivi secolari: “Vieni qui”. Nel 2000 raccolsi l’invito: rimasi colpito dal territorio, dal clima e dalla gente, calma e cortese”, ha ricordato. Da lì ha lasciato il mare della Sardegna per trasferirsi nel tacco d’Italia. “Volevo scappare: troppa gente, troppo casino. Così ero sempre più spesso in Puglia. Un anno dissi: “Rimango fino a Natale”. Ecco, non sono più andato via”.



In pochi mesi ha trovato la terra in cui oggi sorge la sua splendida masseria. “Era un rudere, gli uliveti erano incolti. Scattò la scintilla: andava rimessa a posto. Attorno aveva 27 ettari di una terra coltivabile che costava poco”. Affinché tutto andasse per il meglio ha anche studiato a lungo, sempre con l’obiettivo di puntare all’eccellenza.



Cesare Fiorio, dalla F1 alla masseria in Puglia: occhio al passato e al futuro

La masseria di Cesare Fiorio adesso è diventata un punto di riferimento per l’imprenditoria della Puglia. “Siamo un’azienda agricola biologica che produce pure il grano Senatore Cappelli, pregiato e di tendenza. Sono in pochi a dedicarsi a questa lavorazione. Ci sono poi frutteti, la bio-piscina, un percorso di 2 km dedicato alla biodiversità e sette camere ricavate in vecchi trulli”, ha raccontato nel corso dell’intervista al Corriere della Sera.

L’ex manager dei motori, però, non ha dimenticato il suo passato. “Nella masseria ho dedicato un locale, la stanza Ferrari nella quale ho lo scafo della Rossa di Nigel Mansell che vinse in Brasile, per un’iniziativa nei giorni dei Gp: brunch e F1. Gli ospiti vengono, fanno uno spuntino, vedono la corsa con me e poi assieme la commentiamo”, ha rivelato.