E’ morto Cesare Maestri, uno degli alpinisti più noti d’Italia. Aveva 91 anni, era nato il 2 ottobre del 1929 a Trento anche se ha vissuto per più di 40 anni in quel di Madonna di Campiglio, dove ha anche aperto un negozio. Era soprannominato “Il Ragno delle Dolomiti” proprio per la sua capacità innata di arrampicarsi su quelle che restano le montagne più suggestive del nostro paese, una carriera lunga e ricca di trionfi, che si è svolta in gran parte proprio sulle montagne nel nord est della nostra penisola.
Scalava in solitaria le pareti e le vie più difficili, e negli anni ’50 è stato uno dei primi ad affrontare il cosiddetto sesto grado, all’epoca il più alto di tutti, sia in salita che in discesa. In totale furono più di 3.500 le scalate portate a termine, e di queste almeno un terzo avvennero in solitaria. Tante Dolomiti ma anche il Cerro Torre, un monte della Ande fra Argentina e Cile, a cui Cesare Maestri è legato in maniera indissolubile, fin dall’esperienza del 1958, quella del ritiro, passando poi per il 1959, quando avvenne la tragedia della morte di Toni Egger.
CESARE MAESTRI E L’ANNUNCIO DEL FIGLIO GIAN SU FACEBOOK
In quella stessa occasione Cesare Maestri dichiarò di aver raggiunto la vetta ma senza fornire prove concrete, poi il ritorno nel 1970, con l’utilizzo del compressore e non del classico martello, altra scalata che venne presa di mira dalle critiche. Cesare Maestri, pur essendosi spinto spesso al limite della capacità umane, ha sempre avuto una ‘coscienza alpinistica’, e ripeteva dire “L’alpinista più bravo è quello che diventa vecchio”, un chiaro riferimento ad evitare inutili pericoli solo per entrare nei libri di storia. A dare notizia della morte è stato il figlio Gianni, che attraverso un post su Facebook ha scritto: “Questa volta Cesare ha firmato il libro di vetta della scalata sulla sua vita. Un abbraccio forte a chi gli ha voluto bene”.