Continua il dibattito sulla tensione tra governo e Corte dei Conti sul Pnrr, con l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni che ha limitato il controllo concomitante. Il costituzionalista Cesare Mirabelli è tutt’altro che scandalizzato, come spiegato ai microfoni del Corriere della Sera: “Il controllo concomitante può essere opportuno. Ma ha aspetti positivi e negativi Quali? In chiave collaborativa può correggere l’azione amministrativa in corso. Ma può anche deresponsabilizzare i funzionari che aspettano la valutazione della Corte dei conti per avere copertura alle loro responsabilità”.
In tal modo, ha spiegato Cesare Mirabelli, si ritarda l’azione amministrativa e in questo modo si rischiano discrezionalità della pubblica amministrazione che va salvaguardata: “Così non si riduce la tutela della finanza pubblica? C’è sempre il controllo successivo che consente di individuare le responsabilità del malfunzionamento dell’amministrazione. E sanzionare chi provoca un danno per l’erario”.
Cesare Mirabelli tra governo e Corte dei Conti
Cesare Mirabelli si è soffermato anche sullo scudo erariale, rimarcando che “eliminare come causa di responsabilità la colpa grave è parecchio intrusivo: “È la proroga di una norma che già esisteva, e ciò attenua la responsabilità del governo, ma che si risponda solo del dolo è una scelta pesante. Tuttavia legittima”. Per la Corte dei Conti fuori dal Covid lo scudo è ingiustificato: “L’esclusione eccezionale del controllo concomitante e la limitazione della responsabilità erariale dei funzionari si giustifica per l’assoluta necessità di rispettare i tempi strettissimi per l’attuazione del Pnrr. Evitando ritardi che possono derivare dai tempi richiesti dalle interlocuzioni tra amministrazione e Corte dei conti. Ma se questa disciplina fosse ritenuta incostituzionale, la Corte dei conti avrebbe possibilità di sollevare questione di legittimità di fronte alla Consulta e persino di proporre un conflitto tra poteri dello Stato”.