Il costo d’acquisto dei crediti del superbonus 110% ha perso oltre il 28%: infatti il valore del credito è sceso all’82%. Si tratta di una perdita di valore notevole che però non ha ancora intaccato il mercato della cessione del credito, nonostante questa abbia registrato moltissime disagi e sia rimasto incagliato per diversi mesi necessitando di molti decreti attuativi utili allo sblocco.



Cessione del credito 2023: c’è ancora a chi fa gola

Anche se un istituto di credito applica le proprie regole e le strategie, è ancora possibile trovare chi riesce a cedere agli istituti ancora al 90% il proprio credito. Anche considerando che ci sono in ballo i lavori e le comunicazioni delle compensazioni all’Agenzia delle Entrate. Si parla di crediti per i lavori già avviati e smaltimento di pratiche già acquisite.



In tutti i casi è partita anche la corsa degli enti locali per l’acquisto di ulteriori crediti in modo da esaurire la propria tax capacity. Infatti a settembre la commissione di indagine sul credito della camera presentò un lavoro sui crediti e i consumatori che registrò un trend crescente per quanto concerne i tassi di sconto applicati alle tipologie di crediti fiscali.

Cessione del credito 2023: superbonus incagliato per 110 miliardi

È stato registrato maggiore incremento per le cessioni dei crediti superbonus 110% i cui tasti di sconto sono passati dal valore del 7,43% al 8,85% rispettivamente del 2020 e 2022. Quindi su questa svalutazione hanno sicuramente inciso i tasti più elevati e le procedure burocratiche oltre che i passaggi ai controlli richiesti. Attualmente lo stock dei crediti del superbonus 110% ammonta a 61,2 miliardi di euro mentre il bonus facciate a 19 miliardi al 329,2 miliardi per un totale di bonus edilizi di 110 miliardi.



Ormai il blocco dei crediti in cessione è una cosa che va avanti da più di un anno ed è ben lontana dall’essere risolta, quindi i tecnici dell’Eurostat si sono riuniti al Ministero dell’Economia dove cercano di trovare una soluzione per questa giacenza.