La cessione del quinto 2025 prevede nuovi tassi d’interesse a partire da questo mese di gennaio. La regola vige non soltanto per chi effettua la domanda percependo uno stipendio, ma anche per chi gode di una pensione. Grazie a questa forma di finanziamento è possibile accedere ad una liquidità in modo semplice e anche rapido.



Con i nuovi tassi d’interesse da applicare sul prestito agevolato sia pensionati che dipendenti potranno restituire il capitale di cui sono in debito trattenendo automaticamente un quinto sulla pensione o sullo stipendio.

Cessione quinto 2025: come determinarne il costo

I tassi della cessione del quinto 2025 sono stati aggiornati e hanno una validità temporanea di due mesi, nello specifico interesseranno il periodo che va dall’1° gennaio fino al 31 marzo di quest’anno.



Prestito in € Tassi medi (%) Tassi soglia usura (%)
Fino a 15.000€ 13,19 20,76
Più di 15.000€ 9,20 15,98

Per calcolare complessivamente il costo del prestito si tiene in considerazione la percentuale del cosiddetto TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale), che include sia oneri che gli interessi come: garanzie, polizza assicurativa, spese di istruttoria e altri voci contrattuali).

Sulla base dei nuovi tassi e tenendo conto del TAN (Tasso di interesse), un pensionato che ad esempio ha un cedolino previdenziale corrispondente a 1.500€, con una cessione del quinto dovrà restituire 300€ al mese, con un costo che varia in base alla durata contrattuale.



Fino a dieci anni il costo complessivo del prestito agevolato arriva fino a 21.050€, mentre su cinque anni si dimezza a 13.200€.

Età Finanziamento fino a 15.000€ (%) Finanziamento più di 15.000€ (%)
Fino a 59 anni 9,61 7,56
60 – 64 10,41 8,36
65 – 69 11,21 9,16
70 – 74 11,91 9,86
75 – 79 12,71 10,66
Più di 79 anni 20,4875 15,5000

I requisiti per la cessione del quinto

La cessione del quinto è una forma di finanziamento che può essere ottenuto soltanto da pensionati ex INPDAP o INPS, o da dipendenti privati e pubblici con un contratto di lavoro regolare. Rimangono esclusi da questo prestito i precari, gli autonomi e i disoccupati.

Il motivo di tale esclusione – in cui rientrano anche i titolari di altre prestazioni INPS – è riconducibile alla precarietà di alcuni soggetti italiani, che non godendo di una situazione economica stabile potrebbero non essere in grado di restituire il debito.