Il ceto medio può dirsi il bastone su cui si regge l’intero sistema economico. È il “bancomat” da cui attinge il Governo, non potendo più di tanto riversare i costi di una conclamata crisi su chi versa in situazione di povertà o comunque di disagio economico. Non avrebbe senso, infatti, accanirsi su chi ha poco o niente da dare. Ed ecco che subentra proprio il ceto medio, quello che non ha bisogno di bonus, sostegni al reddito, agevolazioni fiscali. Anzi, è proprio quella fetta salda del Paese che crea lavoro, perché magari è formato da imprenditori, e che è in grado di permettersi di pagare tasse più elevate. Insomma, le finanze pubbliche possono contare solo su questa parte della popolazione.
È questa l’interessante analisi che fa il “Corriere della Sera”, considerando l’importanza di un ceto che è l’unico a far rialzare, o perlomeno a tenere stazionario, il Pil della nostra economia. Ma fa notare anche come negli ultimi 20 anni il ceto medio si sia ridotto progressivamente, portando a un incremento della popolazione povera.
Ceto medio, quello dei 35mila euro
Ma su quali basi possiamo parlare di ceto medio? Qual è la soglia reddituale che funge da linea di demarcazione tra benestanti e poveri? Questa barriera sarebbe fissata sui 35mila euro, al di sotto della quale non solo si cambierebbe di ‘categoria’, ma non si avrebbe diritto a tutta una serie di ‘lasciapassare’. Ovviamente il riferimento è al reddito dichiarato. Perché, come rimarca sempre il “Corriere della Sera”, esiste anche quella parte della popolazione che in realtà non dichiara realmente le proprie entrate, ma che con l’ingresso nell’età pensionabile si presenta all’Inps e al Fisco, dichiarando di aver diritto all’assegno sociale e ad altri benefici economici.
Tutto questo è a spese del ceto medio onesto, su cui va riversata la colpa di una trasparenza poco conosciuta nel Paese dei disonesti. A darne conferma sono le ultime stime, secondo cui il 60% della popolazione paga meno del 10% di Irpef e quasi nulla delle altre imposte e delle accise. Strano, ma vero. Il ceto medio resta quindi di chi “accetta” di essere considerato tale, di essere spremuto dallo Stato, dichiarando a proprio scapito il reale reddito. L’evasione resta un problema serio del nostro Paese.