Com’è noto, la scorsa settimana il Segretario generale della Fim-Cisl Marco Bentivogli ha presentato le sue dimissioni. Quello che è meno noto è che, a seguito della sua rinuncia, internamente alla Fim è maturata un’ipotesi di candidatura per la successione che lo stesso Bentivogli ha condiviso con i vertici della Cisl con buona pace di tutti.
Bentivogli, come già abbiamo scritto, è andato in rotta di collisione con la Cisl da una parte in ragione della progressiva eclissi delle confederazioni; dall’altra perché – fattore legato al primo – ha reagito in modo vivace a una politica debole e arrogante, cosa che spetterebbe non a una federazione di categoria, ma, appunto, alla confederazione.
A ogni modo, la politica arrogante sopra richiamata – che ha tuttavia compromesso anche gli interessi diretti dell’industria e di quei lavoratori che lo stesso Bentivogli rappresenta – ha reso molto marginale l’azione di Cgil, Cisl e Uil in questi anni. Pertanto, la voce di Bentivogli è stata senza dubbio quella che – anche in modo accidentale – è finita con l’essere la più rappresentativa dell’intero movimento sindacale. È pertanto del tutto naturale chiedersi cosa ne sarà del sindacato con il congedo del segretario dei metalmeccanici della Cisl.
Iniziamo col dire che l’Europa, con Quantitative easing e Recovery fund, ha avviato un’azione di politica economica espansiva che non ha precedenti. Una consistente somma di liquidità sta già arrivando e arriverà sempre più anche nel nostro Paese con l’obiettivo di sostenere famiglie e imprese e di rilanciare, in particolare, industria e produzioni, vero motore della crescita. Naturalmente sarà decisiva la capacità che avremo di canalizzare queste risorse nel modo più efficace.
Dentro questa fase di cui cominceremo a vedere movimenti importanti dal 2021 – bisogna pertanto tenere botta adesso e superare l’autunno – servirà un protagonismo importante di impresa e sindacato, in particolare a livello di concertazione, politiche contrattuali e, anche, contrattazione decentrata.
Servono teste pensanti in poche parole e – qualcuno si sorprenderà ma è così – sono teste più distribuite nelle Parti sociali che nei partiti e movimenti politici. La rappresentanza di impresa e lavoro, pur nella sua burocrazia e nella sua lentezza, conserva questo residuo di intelligenza economica che drammaticamente e inspiegabilmente la politica ha perso.
Ora: Bentivogli può essere utilissimo alla politica proprio in questo senso. Ma siamo sicuri che la Cisl se ne priverà del tutto? Potrebbe riservargli un posto in confederazione, dove avrebbe un raggio d’azione che naturalmente non è quello che aveva alla guida dei metalmeccanici, la categoria più importante.
Bentivogli resta un uomo importante per la Cisl e la stessa confederalità potrebbe ritrovare linfa. Anche la fase che è alle porte potrebbe rivelarsi propizia a questa soluzione. Del resto, come dice un vecchio dirigente della Cisl, “a Roma si litiga per anni, poi in un giorno ci si mette d’accordo”.
Twitter: @sabella_thinkin