In prima fila contro il governo guidato da Giorgia Meloni ma spesso bacchettato dal mondo sindacale per l’inconsistenza delle sue azioni, Maurizio Landini è pronto a epurare i dirigenti della Cgil a lui scomodi. Come riportato dal Giornale, il segretario nazionale è pronto a un altro colpo di mano sulle regole, tale da sdoganare forme di licenziamento occulto.



Da giovedì è in corso la votazione tra i delegati all’assemblea generale Cgil sul contratto dei dipendenti e una delle modifiche al regolamento disciplina l’organizzazione del personale interno. In altri termini, Landini potrebbe disporre trasferimenti e allontanamenti di personale non allineato e senza il suo consenso. Si tratta di un trasferimento con atto unilaterale del segretario generale di un dirigente sindacale da un ufficio a un altro oppure da una città a un’altra.



Cgil, Landini prepara l’epurazione dei dirigenti scomodi

L’articolo da modificare del contratto dei lavoratori Cgil è l’art. 21: come riportato dal Giornale, con la vecchia norma si prevedeva che – «in relazione ad esigenze di riorganizzazione di strutture e/o dei servizi le Segreterie delle strutture interessate possono ricorrere a processi di trasferimento di addetti ad altra struttura o ad altra sede nell’ambito del comprensorio di attività o di un comprensorio limitrofo. Tali processi potranno essere attivati sulla base di ragioni di carattere oggettivo, ricercando il consenso dell’interessato». In altri termini, era necessario il consenso dell’interessato. Con la nuova formulazione targata Landini «in assenza di consenso dell’interessato ed in mancanza di altri soggetti disponibili, il trasferimento, valutate eventuali ipotesi alternative, potrà comunque essere disposto». Non è necessario il consenso e se il lavoratore rifiuta il trasferimento l’unica strada che rimane è quella delle dimissioni volontarie. Un’epurazione allo stato puro.

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