Dopo la condanna per nel 2015 per aver aiutato un monsignore a diffondere documenti riservati del Vaticano, la “papessa” Francesca Immacolata Chaouqui ha cominciato a collaborare con la Santa Sede per scovare i potenziali “nemici interni” del Santo Padre, tanto da rappresentare ora una delle testimoni di spicco per il processo al Cardinal Becciu che si apre il prossimo 27 luglio (l’ormai famosa inchiesta sui fondi della Segreteria di Stato). Nella maxi intervista a “Panorama” (ripresa anche da “La Verità”), la 39enne racconta come è stato costituito il “Servizio segreto parallelo” del Vaticano e come si è arrivati alla confessione di Monsignor Perlasca che ha di fatto “inchiodato” l’ex numero 3 della Santa Sede.
«Io ho convinto Perlasca a parlare? Non lo vedo da 6 anni», ammette Chaouqui, che però rivela subito dopo come «leggendo la richiesta di rinvio a giudizio mi sono resa conto che Perlasca si è trovato di fronte a una scelta non semplice: proteggere il cardinale, come aveva fatto nel primo interrogatorio, oppure dire la verità tutelando l’interesse della Santa sede e del Santo padre e su questo so che un importante sprone glielo hanno dato i suoi genitori». Insomma, l’ex braccio destro del Cardinale non se la sarebbe sentita di fare “l’imputato” al posto di Becciu e così avrebbe raccontato tutto ai pm vaticani.
LE TRAME SUL CASO BECCIU (E NON SOLO)
Chaouqui è stata centrale nell’inchiesta nel rilevare il ruolo dominante di “Lady Becciu”, al secolo Cecilia Marogna: la ex “Papessa” racconta a Panorama come nel 2018 un generale dei servizi segreti AISI apparentemente senza motivo le si avvicinò raccontando quanto avveniva in Vaticano, «Mi parlò di una sorta di selezione che stava avvenendo per costituire una specie di intelligence parallela che facesse capo a Becciu e che aveva al suo interno una donna. Mi stava parlando, senza dirmi il nome, della Marogna». È in quel momento, ammette Chaouqui che ebbe piena coscienza di quanto fosse in pericolo Papa Francesco all’interno delle mura vaticane, «Quando mi disse che questa cellula di intelligence parallela avrebbe dovuto liberare ostaggi a pagamento, utilizzando anche i servizi italiani». Particolare e bizzarro, nota “Panorama”, come dietro a tutti i protagonisti della vicenda vi siano altrettante donne: Marogna con Becciu, Chaouqui con Papa Francesco e la misteriosa Genoveffa Ciferri con Monsignor Perlasca: conclude la “Papessa”, «Perlasca è quello a cui è andata meglio, visto che si vocifera che Genoveffa o “Geneviève” come preferisce essere chiamata sia una donna bellissima, estremamente intelligente, scaltra e con contatti molto importanti. Io non l’ho mai conosciuta, ma mi piacerebbe molto prendere un caffè con lei. Mi risulta che abbia avuto un ruolo nel ripensamento di Perlasca».