Charles Leclerc si racconta in una lunga intervista concessa al Corriere della Sera. A pochi giorni (si spera) dall’inizio del Mondiale di Formula 1, che per il giovane pilota monegasco sarà il secondo al volante di una Ferrari, Leclerc ha fatto innanzitutto un bilancio dei giorni di test vissuti a Barcellona nelle ultime due settimane: “Non avevo particolari aspettative sui test. Lo scorso anno ero partito a bomba e poi andò male. Serviva un approccio diverso e così è stato. Questa vettura è migliorata in curva ed è meno forte sui rettilinei. Ma la verità l’avremo più avanti. Sono contento di come abbiamo lavorato. Mercedes e Red Bull sono molto forti ma la nostra macchina sembra flessibile e quando è cosi maggiori sono le possibilità di svilupparla, di adattarla al pilota, di migliorare su ogni circuito”. Secondo Leclerc dunque la Ferrari potrà fare bene nel 2020, anche se molti addetti ai lavori hanno storto il naso. Sapremo la verità solo a Melbourne o dove comincerà una stagione che ha molte incognite a causa del Coronavirus. Charles Leclerc racconta anche com’è cambiata la sua vita da quando è diventato un pilota Ferrari, per di più forse anche potenziale prima guida: “Serve imparare a guardarsi attorno perché tutti vogliono esserti amico e non è sempre così. Cerco di stare in una bolla dentro la quale c’è la mia famiglia, le persone vicine da sempre. Mi permettono di mantenere i riferimenti perché certe volte è facile perdere la testa. Comunque fa piacere che qualcuno parli bene di te. Senza i tifosi la Formula 1 non esisterebbe e non dimentico quanto sia stato importante il supporto che ho ricevuto arrivando in Ferrari”. Le figure chiave purtroppo non ci sono più: papà Hervé è scomparso nel 2017, mentre il suo “fratello maggiore” Jules Bianchi è morto nel 2015 per i postumi dell’incidente a Suzuka dell’anno precedente: “Sono state le persone più importanti per il mio percorso nel motorismo e averle perdute mi ha permesso di dare peso a ciò che conta e valore relativo a ciò che conta meno. Papà è stato pilota, smise per problemi economici e fondò una piccola azienda di materie plastiche. Di lui ho un ricordo indelebile, un suo abbraccio ai tempi del kart. È la foto più cara, lo sfondo che vedo quando guardo il mio telefonino”.



CHARLES LECLERC RACCONTA: IL MITO SENNA, I RIVALI E LA FERRARI

Charles Leclerc ha ereditato dal padre anche la passione per Ayrton Senna, che logicamente non ha mai potuto ammirare dal vivo essendo nato dopo la morte del campione brasiliano: “Corsero insieme una volta, si conoscevano e di Senna mi raccontava per ore durante i trasferimenti in auto per andare alle gare. Descriveva i suoi modi, il suo stile. Ero un ragazzino e non l’avevo mai visto in pista. Così mi sono informato: libri, filmati, documentari. La consapevolezza del talento ricevuto e la sua voglia di migliorare sono straordinarie. La storia di Ayrton mi ha sempre ispirato”. Se il mito è Senna, non manca nemmeno un commento sul compagno-rivale Sebastian Vettel e sui principali avversari, cioè Lewis Hamilton e Max Verstappen. Leclerc li descrive così: “Da Vettel ho imparato moltissimo. È forte ed esperto, mi ha aiutato a crescere e continuerà a farlo. Hamilton lo ammiro per come riesce a dare il 100% sempre. Abbiamo un buon rapporto, credo di essere sempre stato rispettoso e penso lo gradisca anche se dopo quella battaglia a Monza, qualche parola non proprio carina la disse. Con Verstappen condivido una storia lunga, siamo maturati entrambi, ci rispettiamo. E se diventa aggressivo lo divento anch’io”. La Ferrari però ha grande fiducia a Charles Leclerc, tanto da avergli fatto firmare un rinnovo molto lungo, che potrebbe proiettarlo presto al ruolo di prima guida, in attesa che si decida il futuro di Vettel: “Fa piacere perché vuol dire che la Ferrari è contenta del mio lavoro ma per me il problema del compagno non esiste. Basta che sia un pilota veloce”. Tornando alle figure di riferimento, oggi sono soprattutto l’amico e manager Nicolas Todt e la mamma: “È fondamentale, mi aiuta in tutto, persino a usare la lavatrice e a cucinare. Era a Monza quando vinsi. Non riuscii a trovare un pass per lei, solo un biglietto di tribuna. Ma non dimenticherò mai quando la vidi sotto il podio, felicissima, come lo ero io”. Finora Charles Leclerc è sempre stato in grado di migliorarsi: l’ultima domanda del giornalista del Corriere si riferisce alla possibilità di una battuta d’arresto, ma Leclerc risponde senza mezzi termini “io sono un pilota Ferrari. Devo progredire per forza”.

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