Il quotidiano La Stampa ha pubblicato in esclusiva e in anteprima l’intervento con cui Charles Michel, il presidente del Consiglio europeo, aprirà il vertice dell’Ue previsto per le giornate di venerdì e sabato. Tutto il discorso è incentrato in particolare sul futuro che si prospetta all’orizzonte dell’Unione Europea, soprattutto a fronte di una crescente minaccia da parte di Vladimir Putin che nel 2022 ha scatenato una guerra alle porte d’Europa.



“La convinzione errata del Cremlino di portare a termine facilmente una guerra di tre giorni contro l’Ucraina”, evidenzia Charles Michel, “è la prova dell’illusione che guida la sua leadership“, sempre più disinteressata dal “benessere della sua popolazione, la prosperità del paese o la pace nella regione”. È sempre più chiaro, inoltre, che “che la Russia non si fermerà in Ucraina, così come non si è fermata dieci anni fa in Crimea”, evidenzia Charles Michel, che cita in particolare “le tattiche destabilizzanti”, usate in Moldova, Georgia, Caucaso meridionale e Balcani occidentali. La Russia, riflette ancora il presidente della Commissione Ue, “rappresenta una seria minaccia militare per il nostro continente europeo e per la sicurezza globale. Se la riposta dell’Ue non sarà adeguata e se non forniamo all’Ucraina sostegno sufficiente, saremo i prossimi”.



Charles Michel: “Se l’Ue vuole la pace, si prepari alla guerra”

In tutta l’Ue secondo Charles Michel dovrebbe essere chiaro che “se vogliamo la pace, dobbiamo prepararci alla guerra” e, pertanto, dobbiamo “passare a una modalità di economia di guerra. È giunto il momento di assumerci la responsabilità della nostra sicurezza”, perché ormai “non possiamo più contare sugli altri o essere in balia dei cicli elettorali negli Stati Uniti o altrove. Dobbiamo rafforzare la nostra capacità, sia per l’Ucraina che per l’Europa, di difendere il mondo democratico”, rafforzando così anche “l’alleanza Nato”, potenziando “la nostra difesa collettiva”.



In tal senso, ragiona ancora Charles Michel, davanti a quella che definisce “la più grande sfida di sicurezza dalla Secondo guerra mondiale“, è importante ora “rafforzare la nostra prontezza alla difesa”, con nuovi investimenti nella Difesa e, soprattutto, “spendendo in modo più intelligente e meno frammentato“. Il sostegno economico a favore dell’Ucraina, inoltre, non dovrà venire meno e potrebbe essere necessario “ricorrere al bilancio europeo per acquistare attrezzature militari per l’Ucraina. E dobbiamo utilizzare i proventi straordinari derivanti dai beni russi bloccati”.

L’Ue, inoltre, secondo Charles Michel, deve puntare a “raddoppiare entro il 2030 i nostri acquisti dall’industria bellica europea”, con “contratti pluriennali” a loro sostegno, rafforzando così “la nostra industria della Difesa” aumentano anche “i posti di lavoro”. Per sostenere “i costosi investimenti nella Difesa”, si potrebbero utilizzare le “obbligazioni europee“, facilitando così “l’accesso dell’industria ai finanziamenti sia pubblici che privati”, ma secondo Charles Michel si dovrà anche valutare “la possibilità di ampliare il mandato della Banca europea per gli investimenti e adattare la politica di prestiti”.