“Lo Stato di diritto vale per tutti, anche per le Ong. Alcune fanno un ottimo lavoro, ad altre bisogna chiedere se agiscono in linea con lo Stato di diritto“: senza mezzi termini Charles Michel ai microfoni del Corriere della Sera. Il presidente del Consiglio europeo si è soffermato sul dossier immigrazione a pochi giorni dal vertice informale in programma a Granada: “Sarà probabilmente la parte più difficile del summit, per alcune personalità politiche e gruppi politici è un dibattito ideologico, ma abbiamo gli strumenti per affrontare insieme questa sfida”. Michel ha spiegato che sul fronte interno è in corso la trattativa per un’intesa sul Patto per la migrazione e l’asilo, mentre sulla dimensione esterna sono emersi elementi pragmatici convergenti.



Il punto di Charles Michel

“In primo luogo, lottiamo contro i trafficanti e per questo abbiamo bisogno di una maggiore cooperazione a tutti i livelli Ue, tra i Paesi Ue e con i Paesi terzi. Serve un approccio olistico. In un anno abbiamo assistito a un enorme aumento dei migranti irregolari provenienti dall’Africa occidentale, Burkina Faso, Senegal, Costa d’Avorio, transitano talvolta attraverso la Nigeria, la Libia e la Tunisia prima di arrivare in Ue. Ma la Tunisia ha accordi per la liberalizzazione dei visti con questi Stati. Questa è una questione governativa che va affrontata in cooperazione con i Paesi terzi”, ha proseguito Charles Michel: “C’è poi la questione delle Ong nel Mediterraneo: c’è un dibattito ideologico, facciamo in modo che diventi più pragmatico. Lo Stato di diritto vale per tutti, anche per le Ong. Alcune fanno un ottimo lavoro, ad altre bisogna chiedere se agiscono in linea con lo Stato di diritto. Non permettiamo ai trafficanti di decidere chi è autorizzato a venire nell’Ue. Solo le autorità hanno la legittimità democratica di decidere in linea con le convenzioni e il diritto internazionali. Infine dobbiamo cooperare con i Paesi terzi per aprire canali legali di ingresso”. Michel ha inoltre sottolineato che è ancora troppo presto per giudicare il Memorandum con la Tunisia dopo il rifiuto degli aiuti Ue da parte del presidente Saied.

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