Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, parla del cambiamento dei paradigmi europei per affrontare la crisi che sta sconvolgendo il vecchio continente. “C’è un collegamento molto stretto tra Kiev e crescita economica – ha spiegato in un’intervista concessa a La Repubblica – Per noi è fondamentale non aprire la porta alla frammentazione del mercato interno. Sarebbe un errore esaminare la situazione caso per caso. Servono regole comuni”. In particolare invoca la possibilità di “rendere più flessibili i mezzi esistenti nel sistema dei fondi Ue” per “garantire solidarietà tra i partner perché sappiamo che non tutti gli Stati hanno le medesime capacità”. Oltre a un fondo sovrano, di cui afferma che “non è una risposta a breve termine ma bisogna prendere una decisione il prima possibile almeno sui principi di base”.



Per Charles Michel, la frammentazione e disparità tra gli Stati membri è un rischio concreto: “C’è preoccupazione, ne abbiamo discusso già a dicembre. In seguito al piano Usa e non solo. Sappiamo che non tutti hanno uno spazio fiscale da usare e quindi dobbiamo essere molto creativi”. A La Repubblica illustra che il 75% degli aiuti di Stato nell’Unione Europea è stanziato da Germania e Francia: “sono numeri molto interessanti e impressionanti, ma sarebbe più corretto usare i numeri relativi al Pil. Si avrebbe un quadro diverso. In ogni caso, è questo il motivo per cui dobbiamo sbrigarci. Agire subito. A gennaio e non a marzo o aprile. La Commissione deve presentare una proposta concreta”. In particolare suggerisce di puntare sul fondo Sure, cioè lo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza, per proteggere i posti di lavoro e i lavoratori che risentono della pandemia di coronavirus. Anziché su un nuovo Recovery Fund o un nuovo debito comune.



Charles Michel: “vittoria russa renderebbe Europa non libera, sostenere Kiev con ogni mezzo”

Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, nella lunga intervista concessa a La Repubblica, parla anche della condizione dell’Ucraina flagellata dalla guerra contro la Russia. “Ho sentito l’estrema determinazione delle autorità di Kiev. C’è la consapevolezza di un possibile massiccio contrattacco da parte della Russia – sottolinea – Per questo bisogna dare risposte in termini di fornitura di attrezzature militari ed addestramento. Bisogna mantenere le sanzioni. Stiamo discutendo un altro possibile pacchetto aggiuntivo. Ecco, la tenacia è la chiave per ottenere risultati”.



E ipotizza un possibile scenario: “Una vittoria russa significherebbe un’Europa non sicura e non libera”, mentre “questo è un momento decisivo per la vittoria e per la pace. E Kiev va sostenuta in tutti i modi”, accelerando anche il processo di ingresso nell’Unione Europea: “stiamo verificando cosa è possibile e cosa no. In primavera ci sarà un rapporto su questo”.