Chat degli orrori di stampo filonazista scoperta dalla Polizia Postale e dalla Digos su Telegram. 130 utenti, molti dei quali ancora da indetificare, postava o guardavano centinaia di foto e video che rappresentavano abusi su bambini, mutilazioni, stupri e autolesioni su ragazze anche giovanissime, stragi nelle scuole americane, azioni jihadiste e insulti rivolti a omosessuali, ebrei e persone di altre etnie. Le indagini hanno svelato un altro possibile orrore: l’accusa di istigazione al suicidio.
Sarebbe uno dei tre indagati, un 21 enne di origine cuneese e al momento ai domiciliari, ad aver scritto sul canale Telegram di aver “fatto suicidare una ragazza”. Lo stesso soggetto che avrebbe postato fotografie e immagini di ragazze giovanissime che si autoinfliggevano lesioni, in alcuni casi anche gravi. Video e foto che sarebbero stati “fatti da ragazze per me mentre sono a scuola”, scrive in chat il giovane cuneese residente nel salernitano. Altri due coetanei di Genova sono stati arrestati e incarcerati in quanto ritenuti promotori della chat Telegram, un vero e proprio contenitore di orrori. La scoperta è stata resa possibile dall’intervento della Digos e della Polizia Postale, mentre ora la Procura di Genova ha aperto le indagini anche per istigazione al suicidio.
Chat degli orrori su Telegram e l’accusa di istigazione al suicidio: “non ho sentimenti”
Oltre ai tre 21enni accusati di aver gestito la chat degli orrori su Telegram e di aver istigato al suicidio una ragazza, le indagini si stanno concentrando su altri tre soggetti, questa volta minorenni, perquisiti il 30 novembre. Gli agenti hanno posto sotto sequestro computer e smartphone, per indagare l’origine dei video e delle fotografie colme di orrori, discriminazioni e violenze. L’accusa comprende anche l’apologia attraverso i web di crimini terroristici, l’istigazione alla violenza sessuale e la diffusione di materiale pedopornografico.
Gli accertamenti degli inquirenti hanno dimostrato che i due 21enne genovesi si esercitavano con fucili e pistole da softair in edifici abbandonati e intendevano avviare una campagna di addestramento alle armi da fuoco, utilizzando come bersagli le principali autorità dello Stato italiano. Gli investigatori hanno sequestrato una pistola calibro 22 detenuta illegalmente. Ma non solo, perché in quella chat su Telegram si inneggiava ad Adolf Hitler e si intendeva compiere una strage a Montecitorio, con l’obiettivo di superare i tremila morti provocati dall’attentato alle Torri Gemelle di New York. Tra i messaggi più agghiaccianti scovati dagli inquirenti nella chat degli orrori, il seguente riportato dal quotidiano Il Mattino: “non ho più sentimenti neanche nei riguardi delle persone a me più vicine perché non mi sento accettato e non ho amici. La vita mi fa schifo, farò una strage almeno diventerò famoso”.