Sulle pagine del quotidiano italiano La Verità è stato pubblicato un intervento preoccupante su ChatGPT e sulla deriva che la libertà umana potrebbe prendere a causa dell’uso sempre più diffuso di algoritmi. A parlarne è Padre Paolo Benanti, frate francescano studioso di teologia, ma anche ex studente di ingegneria che negli anni di tonaca ha continuato gli studi, concentrandosi sulle Intelligenze Artificiali.



Parlando di ChatGPT, padre Benanti spiega subito che è stato pubblicato, recentemente, il report operativo della sua ultima versione, la quarta da quando è stato lanciato. Interpellato su cosa sia il ChatBot, spiega che il prodotto creato da OpenAI “è un modello, cioè un sistema informatico che imita le capacità dell’intelligenza umana, come il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività basandosi su algoritmi che elaborano i dati e producono risposte”. ChatGPT nell’ultimo periodo, inoltre, è cresciuto ad una velocità impressionante, attirando l’attenzione di tantissime persone, stupite dalla sua capacità di produrre testi complessi partendo da una semplice richiesta.



I rischi di ChatGPT secondo padre Benanti

Tornando al report su ChatGPT 4, padre Benanti ne parla con una certa preoccupazione. “Ha stupito persino i suoi ricercatori per le numerose novità”. Tra le altre cose, infatti, è in grado di unire gli elementi, per ritrovare un senso generale, oltre a riconoscere le cose “strane” in una foto o immagine e a saper risolvere problemi matematici complessi partendo da una foto. La preoccupazione, però, sarebbe sul fatto che “alcune capacità rimangono difficili da prevedere“, secondo il report.

“I ricercatori”, spiega padre Benanti parlando di ChatGPT, “si sono accorti che il modello può avere la capacità di adottare strategie a lungo termine. Va alla ricerca di potere e di risorse“, circostanza che avrebbe spinto OpenIA a commissionare una revisione per capire “se fosse in grado, con libertà, un conto in banca e potere, di guadagnare di più e creare copie di se stesso”. Tuttavia, spiega anche padre Benanti, “per fortuna le versioni di ChatGPT 4 valutate erano inefficienti. Mi chiedo però: di fronte alla meraviglia per quanto fatto e di fronte all’emergere di capacità non previste, dobbiamo essere preoccupati o andare avanti senza paura?”.