L’intelligenza artificiale di ChatGPT potrebbe mai essere introdotta nelle scuole italiane, e con quali conseguenze? A dare una delle possibili risposte è il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, tra le pagine del quotidiano Il Foglio. “Non occorre demonizzare a priori l’intelligenza artificiale ma, al contrario, bisogna valutarne le potenziali applicazioni in ambito scolastico – spiega il ministro – D’altronde se la scuola vuole evolvere, proiettarsi nel domani e andare oltre alla mera didattica frontale deve cercare di cogliere proprio queste opportunità”.



Tra le possibili applicazioni di questa tecnologia a scuola, il ministro Valditara ipotizza che possa essere impiegata per “aiutare gli insegnanti a personalizzare l’apprendimento, ad adattare i contenuti in base alle attitudini individuali degli studenti, a monitorare i loro progressi e a fornire informazioni su come migliorare il loro rendimento” a patto naturalmente che sia introdotta “all’interno di un protocollo di regole”. L’intelligenza artificiale potrebbe anche “consentire agli studenti di ottenere un riscontro rapido e personalizzato sul lavoro svolto, in modo da aiutarli a concentrarsi sui loro punti di forza e a raggiungere i propri obiettivi educativi”. Il ministro Valditara si dice “convinto che l’intelligenza artificiale sia uno strumento che va governato e non meramente subìto”.



Intelligenza artificiale a scuola con ChatGPT, Valditara: “insegnante non si può sostituire”

ChatGPT e intelligenza artificiale nelle scuole, per il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è importante sottolineare che “il ruolo dell’insegnante come guida è fondamentale e insostituibile” e che “l’equivoco da cui tenersi alla larga è immaginare che l’intelligenza artificiale possa arrivare a sostituire l’interazione umana”. Infatti l’educazione ha necessità di “un dialogo diretto, presuppone la sua umanizzazione, proprio perché si incentra sulla persona. L’educazione è anzitutto maieutica e la maieutica è una pratica essenzialmente umana”. In sostanza “l’intelligenza artificiale non può dunque soppiantare l’insegnante né marginalizzarne il ruolo che è decisivo in tutti i gradi di scuola”.



Per Valditara, la sua missione da ministro è “fornire un’esperienza di apprendimento sicura, efficace, rispettosa delle norme, stimolante e interattiva per gli studenti, evitando che questi diventino troppo dipendenti dalla tecnologia e sviluppino meno le loro fondamentali abilità creative” invocando di conseguenza “un’educazione digitale per i nostri studenti che comprenda l’uso responsabile e sicuro della tecnologia e l’apprendimento delle principali competenze digitali, come la programmazione e l’analisi dei dati”. E, come precisa tra le pagine de Il Foglio, “ciò, a sua volta, presuppone ovviamente un’adeguata formazione dei docenti”.