Nella giornata di oggi il Garante della privacy ha notificato un atto di contestazione ad OpenAI, società che ha lanciato sul mercato ChatGPT. Risulta, infatti, che l’azienda potrebbe aver commesso diversi illeciti rispetto alle norme europee che tutelano la protezione dei dati personali degli utenti online, ma l’effettivo contenuto della tutela è soggetto, almeno in questa fase, a segreto d’ufficio. Non è chiaro quali saranno le possibili mosse future da parte del Garante della privacy, ma è certo che OpenAI avrà un massimo di 30 giorni per presentare le sue memorie difensive in merito all’uso di ChatGPT, ed è probabile che tutto il risolverà come dopo lo stop provvisorio deciso lo scorso marzo.
Cosa potrebbe contestare il Garante della privacy a OpenAI e ChatGPT
Le contestazioni del Garante della privacy contro ChatGPT e OpenAI, d’altro canto, sono proprio relative alle indagini che sono state condotto lo stesso 30 marzo. In quell’occasione venne emesse un provvedimento d’urgenza che impose uno stop temporaneo del chat bot, affinché la società potesse implementare misure aggiuntive per interrompere il trattamento dei dati personali degli utenti italiani. L’aziende introdusse, a quel punto, una nuova informativa sulla privacy e riuscì ad evitare il blocco completo della sua intelligenza artificiale.
Furono, il 30 marzo, soprattutto tre i punti contestati dal Garante della privacy ad OpenAI in merito al funzionamento di ChatGPT. In primo luogo, la raccolta di dati personali di miliardi di utenti al fine di addestrare l’intelligenza artificiale, senza peraltro informarli su questa circostanza e, probabilmente, senza neppure garantire loro le dovute tutele legali. Secondariamente, si contestò la raccolta dei dati estrapolabili dalle conversazioni degli utenti con il bot, senza specificare che fine avrebbero fatto quei dati raccolti. Infine, l’ultima criticità che il Garante della privacy riconobbe a ChatGPT e ad OpenAI era relativo alle informazioni che l’IA forniva agli utenti in merito a personaggi o eventi storici. Informazioni talvolta inesatte e che avrebbero potuto fornire una rappresentazione distorta dell’identità di individui o fatti storici controversi, ma conclamati (dando, per esempio, come certo un qualche coinvolgimento del governo americano negli attentati dell’11 settembre 2001).