Dal 1° gennaio 2020 nelle sale italiane Tolo Tolo, il nuovo film di Checco Zalone. L’artista, Luca Medici all’anagrafe, è all’esordio nella veste di regista ed ha lavorato alla sceneggiatura al fianco di un big come Paolo Virzì. «Ansia da prestazione? Da uno a dieci, direi dieci: è inutile fare gli ipocriti, bisogna fare soldi e speriamo di riempire le sale anche questa volta», ha spiegato Zalone nel corso della conferenza stampa odierna a Roma, sottolineando che non si tratta di «un film politico» ma che «racconta la contemporaneità, anche se tutto è politica». Prosegue Zalone: «Parla di persone che non cercano un futuro migliore, ma un futuro: mette in scena la realtà contemporanea con il sorriso e con un tocco magico e poetico».
CHECCO ZALONE SU TOLO TOLO: “UN MOSTRO COSTRUITO SU DI MAIO-CONTE-SALVINI”
Sulle polemiche degli scorsi giorni, Checco Zalone ha precisato che il trailer «non c’entra niente con il film: lo avevamo pensato come promozione senza immaginare il polverone che si è sollevato». E il film piacerà a Salvini? «Non c’è proprio Salvini nel film, comunque non volevo fare un film contro di lui: poi se è contro di lui, sarà Salvini stesso a dirlo». Il produttore Valsecchi ha puntualizzato: «Non avrei investito venti milioni di euro per fare un film contro Salvini». Zalone si è poi concentrato sul personaggio di Luigi Gramegna, interpretato da Gianni D’Addario, che da disoccupato arriva a diventare premier e presidente della Commissione Europea: «Luigi Gramegna non è la metafora, è proprio uguale a un personaggio dei nostri tempi: ha la carriera di Di Maio, l’ho vestito come Conte e ha il linguaggio di Salvini, ho creato una specie di mostro».