Un ex chef canadese, il 57enne Kenneth Law, è attualmente sotto indagine nel Regno Unito e in Canada per aver venduto online diverse dosi di veleno a persone autolesioniste ed inclini al suicidio. Non è ancora possibile ricostruire quanti decessi abbia effettivamente causato, anche perché complessivamente in tutto il mondo ha venuto oltre 1.200 kit per il suicidio assistito, ma attualmente sarebbe stato ricollegato a 272 vendite nel Regno Unito, che in 88 casi coincidono anche con la morte dell’acquirente, secondo l’NCA, ovvero la National Crime Agency britannica. Lo chef canadese, già arrestato dalle autorità del Canada, avrebbe negato di aver venduto il veleno per i suicidi, ma era senza dubbio il proprietario degli e-commerce, e avrebbe rivelato il suo piano ad un giornalista sotto copertura.



Kenneth Law: chi è lo chef canadese che ha venduto veleno online

Insomma, secondo l’NCA britannica, 272 persone nel Regno Unito hanno acquistato veleno dallo chef canadese ed 88 sono effettivamente decedute dopo l’acquisto, ma non è ancora stato possibile ricollegare effettivamente le morti alla sostanza acquistata online. Il Canada, invece, ha arrestato Kenneth Law con l’accusa di consulenza ed aiuto al suicidio per la vendita delle 1.200 dosi di veleno in circa 40 paesi nel mondo, tramite diversi siti web di sua proprietà ma mascherati per la vendita di altri tipi di sostanze.



Dal conto suo lo chef canadese si dice non colpevole, dicendosi estraneo alle accuse, al veleno ed ai decessi. L’indagine era partita, però, dopo che lo stesso Law aveva confessato ad un giornalista del Times sotto copertura di aver causato “molte, molte, molte, molte” morti in tutto il mondo nell’arco di due anni, raccontato di aver inviato il veleno a “centinaia” di persone in dozzine di paesi. Fonti avevano anche riferito che si vantasse del fatto che alcuni suoi acquirenti online l’avevano ringraziato perché stava facendo “il lavoro di Dio”. Lo chef canadese in passato era stato anche ingegnere aerospaziale, ma avrebbe deciso di avviare la sua attività di assistenza al suicidio dopo aver visto sua madre colpita da un ictus.

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