Chef Rubio alla sbarra. All’anagrafe Gabriele Rubini, il noto cuoco del piccolo schermo è finito a processo per diffamazione. Una vicenda legata a una sua uscita social del 2020, legata al caso di Federico Aldrovandi, il giovane morto il 25 settembre 2005 a seguito di un intervento di polizia.
Per la morte di Aldrovandi sono stati condannati quattro poliziotti a tre anni e sei mesi di reclusione. Ebbene, Chef Rubio commentò in maniera piuttosto dura il posizionamento di alcuni cassonetti dei rifiuti davanti al luogo in cui morì Aldrovandi: “Caro Comune di Ferrara anche se avete messo l’installazione ‘la Monnezza’ proprio a denunciare che chi uccise un ragazzino inerme furono 4 maiali della @Poliziadistato di Ferrara (@sindacato-Sap ancora in servizio) potreste far spostare i cassonetti? Grazie #Aldrovive#Ovunque”, il tweet del settembre 2020.
Chef Rubio a processo per diffamazione
Come ricordato dai colleghi di Repubblica, il segretario del Sap ha querelato Chef Rubio per le sue parole sul web. Il processo è stato spostato da Ferrara e Velletri – è stata accolta l’eccezione sollevata dal legale del cuoco, Fabio Anselmo, lo stesso della famiglia Aldrovandi e della famiglia Cucchi – ed è stata accolta la costituzione di partecivile del Sap, con l’avvocato Gianni Ricciuti. Il legale di Chef Rubio, inoltre, ha posto l’accento sul fatto che nell’imputazione sia scomparsa una parentesi del testo del tweet. Secondo l’avvocato, così avrebbe potuto lasciare intendere che la locuzione “4 maiali” fosse riferita anche al sindacato”. Attesi aggiornamenti sulla vicenda, ma non è la prima volta che il cuoco finisce davanti alla sbarra per le sue “offensive” social. Sempre nel 2020, un altro tweet costò una querela da parte del leghista Fabrizio Ricca, definito dallo chef un “patetico burattino sionista”.