Non è la prima volta e purtroppo le sue condizioni di vita al momento restano molto gravi: Chelsea Manning, la trans ex analista Usa in carcere per lo scandalo WikiLeaks, ha tentato il suicidio presso il centro di detenzione per adulti di Alexandria. Lo ha fatto sapere lo sceriffo del luogo, Dana Lawhome, che ai media Usa ha annunciato «C’è stato un incidente oggi alle 12,11 circa presso il centro di detenzione per adulti di Alexandria che ha coinvolto la detenuta Chelsea Manning. È stato gestito in modo appropriato dal nostro personale professionale e la sig.ra Manning è al sicuro». La notizia è divenuta subito a carattere internazionale e non poteva essere altrimenti per il personaggio per la protagonista n.1 assieme a Julian Assange nel maxi scandalo di WikiLeaks che ha colpito gli Stati Uniti negli ultimi 10 anni. Dallo scorso maggio Chelsea Manning si trova in carcere per essersi rifiutata di testimoniare sul medesimo scandalo dopo che nel suo ruolo di analista militare aveva fornito migliaia di documenti riservati e materiali top secret della politica estera e interna americana.
CHELSEA MANNING RICOVERATA DOPO TENTATO SUICIDIO
Già nel 2013 la corte marziale Usa condannò Chelsea Manning e la transgender si era dunque opposta di testimoniare ancora su WikiLeaks spiegando di aver già detto tutto in quell’occasione: per questo motivo era stata rimessa in carcere da qualche mese dopo che però nel maggio 2018 tentò una prima volta il suicidio a Milano. Ad oggi non si hanno novità su cosa sia avvenuto nel carcere di Alexandria, ma di certo le condizioni di vita della Manning sono in serio pericolo: «Nonostante le sanzioni che finora hanno incluso oltre un anno di carcere e quasi mezzo milione di dollari di multa – rimane incrollabile nel suo rifiuto di partecipare a un processo a porte chiuse che considera ad alto rischio di abuso», spiegano gli avvocati dell’ex analista alla stampa Usa. «Manning ha precedentemente indicato che non tradirà i suoi principi, anche a rischio di subire gravi danni», concludono gli avvocati in una lunga nota dopo il tentato suicidio.