Emergono nuovi dettagli dal caso di cronaca che vede protagonista Alberto Genovese, l’imprenditore in carcere con l’accusa di aver drogato e poi stuprato una diciottenne durante uno dei suoi famigerati festini a Terrazza Sentimento. Secondo quanto reso noto da Il Giornale, Genovese avrebbe fatto spesso uso della cosiddetta pratica del “chemsex”, letteralmente “sesso chimico”, ovvero l’aumento della pulsione sessuale in seguito ad un mix di droghe che provocherebbe una eccitazione prolungata fino a 20 ore. Per avere tali effetti si usa chetamina tagliata con altre sostanze stupefacenti. Chi ne fa uso generalmente non riuscirebbe a controllare le proprie azioni in quanto, spiegano gli esperti, subirebbe una sorta di straniamento del corpo e dell’identità.
Questo induce ad avere degli effetti anche gravi sul piano della condotta, con il rischio cioè di compiere violenze sessuali – di cui è accusato l’imprenditore – senza distinzioni tra uomini e donne e si potrebbe addirittura arrivare ad uccidere sotto l’effetto di questo mix di droghe, o a compiere altri gravissimi crimini.
CHEMSEX, DROGA CHE AUMENTA VOGLIA DI SESS*: USATA DA GENOVESE E NEL CASO LUCA VARANI?
Chi ha provato la pratica del chemsex ha raccontato di provare la sensazione che il corpo si “destabilizzasse”, ovvero ci si dimentica perfino di bere e mangiare in quanto il corpo è come se non esistesse più. I festini a base di chemsex vengono generalmente chiamati “kill out”. Un caso emblematico, rammenta Il Giornale, fu quello dell’omicidio di Luca Varani. I due assassini che si resero autori di un vero e proprio massacro, Marco Prato (poi suicida in carcere) e Manuel Foffo, avrebbero fatto uso proprio del “chem”. In preda al delirio, i due giovani avevano preso a coltellate e martellate il giovane Varani ma lentamente, provocandogli una morte oltremodo dolorosa prima di dedicarsi alla pulizia dell’intero appartamento tenendo il corpo della vittima per un giorno intero fino alla scomparsa degli effetti della droga.