Nella serata di oggi, giovedì 2 luglio 2020, su La 7 andrà in onda l’episodio finale di Chernobyl, fortunata serie TV prodotta da Sky e HBO trasmessa per la prima volta un anno fa su Sky Atlantic e capace di raccogliere una media voti sul sito di IMDb pari a 9.7 stelle su 10, superando nella speciale graduatoria delle serie più apprezzate alcuni mostri sacri come Planet Earth, Game of Thrones, Breaking Bad e Band of Brothers. La puntata si apre con un flashback, che riporta lo spettatore a 12 ore prima dell’esplosione, ergo al 25 aprile 1986, con una Prypiat traboccante di vita: la gente si reca al lavoro, ci sono famiglie che progettano il futuro tra amori e gravidanze. Dopodiché, l’attenzione si sposta su Dyatlov che si dirige verso l’ufficio di Bryukhanov, ove ad attenderlo c’è Fomin: tutto è pronto per il test di sicurezza atteso da tre anni, ma la fine del mese, ormai dietro l’angolo, costringe a posticipare la riduzione di potenza del reattore a 700 megawatt. Si viene catapultati così nel 1987, a disastro avvenuto, dove Legasov riceve da Charkov istruzioni su ciò che dovrà dire in tribunale. Ulana, nel frattempo, tenta di convincere Legasov a dire le cose come stanno veramente. Dopo l’apertura del processo si torna con un altro flashback alla notte dell’incidente nucleare, del quale sarà svelata la vera natura…



CHERNOBYL, EPISODIO FINALE: LA TESTIMONIANZA DI LEGASOV

Legasov spiega ai giudici la verità: la reale causa dell’esplosione è di natura politica ed economica, dal momento che i reattori non dispongono di edifici di contenimento attorno e non viene utilizzato un combustibile propriamente arricchito nei nuclei. Vengono semplicemente costruiti reattori moderati a grafite e raffreddati ad acqua, perché meno costosi. Le parole di Legasov, ormai gravemente malato, costringeranno l’URSS a risolvere la problematica della messa in sicurezza delle centrali. Il finale dell’episodio riserva il racconto delle conseguenze che l’incidente ha causato nella vita dei protagonisti della serie, molti dei quali perdono la vita nella deflagrazione. A sopravvivere sono Bryukhanov, Fomin, Lyudmilla Ignatenko e il generale Tarakanov. Il numero totale dei morti è invece compreso fra le 4mila e le 93mila vittime, ma l’URSS ne ha dichiarati unicamente 31.



CHERNOBYL, EPISODIO FINALE: LA SERIE CHE NON PIACE A PUTIN

Se il successo mediatico ottenuto dalla serie tv Chernobyl, di cui questa sera andrà in onda su La 7 l’episodio finale, ha avuto ricadute importanti in chiave turistica nel periodo pre-Covid, con un incremento del 30% di turisti nelle zone inquadrate in televisione, alla Russia e a Putin non si può certo dire che sia piaciuta la ricostruzione storica dei fatti mostrata in tutto il mondo. Molte testate giornalistiche hanno letteralmente demolito a parole la serie coprodotta da Sky e HBO, sottolineando, a loro giudizio, le molteplici imprecisioni storiche in essa contenute. Secondo il quotidiano Komsomolskaya Pravda, addirittura, Chernobyl è stata utilizzata dagli americani per gettare fango sulla Rosatom, la società pubblica che si occupa del nucleare nel Paese sovietico. C’è anche chi si è spinto oltre e ha scritto: “Se gli anglosassoni raccontato qualcosa della Russia, non corrisponderà sicuramente alla verità”.

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