La centrale nucleare di Chernobyl è tornata sotto il controllo ucraino dopo un mese di occupazione da parte delle forze russe, ma l’allarme sulla sicurezza non è cessato. L’azione delle truppe di Mosca ha infatti causato diversi danni e gli stessi soldati rischiano moltissimo. I russi, infatti, hanno scavato trincee a mani nude in una zona altamente contaminata – la famosa “Foresta Rossa” – e queste azioni poco avvedute potrebbero costare caro…
Come raccontato da un ingegnere ucraino della centrale di Chernobyl ai microfoni del New York Times, i soldati russi hanno toccato a mani nude materiale radioattivo. Un militare russo di un’unità di protezione chimica, biologica e nucleare ha prelevato a mani nude una fonte di cobalto-60 in un deposito di rifiuti nucleari, esponendo se stesso ad una radiazione particolarmente importante, al punto da fare schizzare il contatore Geiger che misure le radiazioni ionizzanti.
“Chernobyl, missione suicida dei russi”
Una vera e propria missione suicida per i soldati russi a Chernobyl, con i giovani militari esposti a grandissimi rischi per la salute. Particolarmente tranchant il giudizio del ministro della Difesa ucraino German Galushchenko: i russi che hanno scavato le trincee nei pressi della centrale nucleare non hanno più di un anno di vita. Parole che confermano la gravità della situazione, anche se per il momento il Cremlino non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali.
Come riportato dai colleghi di Adnkronos, i rappresentanti della centrale di Chernobyl hanno avvertito che il territorio circostante rimane pericoloso a causa degli incendi e delle mine che sono state installate dalle truppe di Putin. Senza dimenticare l’aumento delle particelle radioattive nell’aria, legato al passaggio dei mezzi militari russi. Al momento gli esperti hanno sconsigliato ai cittadini di recarsi nel territorio della centrale.