Chi cercherà il COVID-20 una volta che questa pandemia sarà finita se gli Stati Uniti tagliano i finanziamenti ad un gruppo di ricerca che studia i coronavirus dei pipistrelli in Cina? E’ il direttore di un team impegnato nel Paese asiatico ad avvertire che una tale decisione metterebbe a repentaglio la salute pubblica americana. “Sono molto preoccupato di dove questo ci porterà”, ha detto Peter Daszak, direttore della EcoHealth Alliance dopo la sforbiciata decisa dal National Institutes of Health, l’agenzia primaria del governo degli Stati Uniti responsabile della ricerca biomedica e della salute pubblica. “Una volta superato COVID-19, che ne sarà di COVID-20? E COVID-21? Chi andrà a cercarli? La nostra sovvenzione è stata specificamente progettata per individuare dove si trovano questi virus e per impedire che facciano del male agli americani”, ha detto il direttore del gruppo di ricerca con sede a New York in un’intervista a Usa Today.
USA TAGLIANO FONDI A GRUPPO DI RICERCA CORONAVIRUS DEI PIPISTRELLI
Pur confermando lo stop ai tagli, dal NIH non sono arrivate spiegazioni in merito alla decisione. EcoHealth Alliance ha collaborato con l’Istituto di virologia di Wuhan, il laboratorio cinese che ha attirato l’attenzione negativa a causa di teorie che lo colllegano alla diffusione del virus. La EcoHealth Alliance non è stata accusata di alcun illecito e non ha svolto alcuna ricerca in Cina da quando l’epidemia è iniziata a Wuhan alla fine dello scorso anno, ma il suo direttore non è riuscito ad ottenere spiegazioni in merito al finanziamento dei 3,4 milioni di dollari sospeso dagli USA. “Uno dei nostri obiettivi (per lo studio) era di scoprire di più sulle sequenze genetiche dei coronavirus nei pipistrelli e di metterli nelle mani di chi progetta vaccini e farmaci. Avevamo appena iniziato a lavorare su questo quando è scoppiata la pandemia”, ha spiegato Daszak. “Se vogliamo sapere qualcosa sulla prossima pandemia dobbiamo lavorare in Cina”, ha continuato il direttore del gruppo di ricerca, descrivendo la regione del Sud-est asiatico come un “letto caldo” per i nuovi virus. “Nell’immaginazione della gente potrebbe esserci questa immagine di una persona in un laboratorio in Cina che fa cadere una capsula di Petri e che in qualche modo porta a una massiccia epidemia. Ma non è così. Ogni anno ci sono milioni di persone che vanno nelle caverne dei pipistrelli e cacciano e mangiano animali selvatici. Succede ogni giorno. Sono esposti ai virus dei pipistrelli ogni giorno. Basta che una di queste persone vada in una città, tossisca e diffonda un virus”, ha detto. “Lo scopo del nostro lavoro è quello di favorire direttamente la sicurezza nazionale e la salute pubblica degli Stati Uniti. Se non lo facciamo, saremo di nuovo in prima linea quando il prossimo virus colpirà”. Un appello condivisibile, ma inserito nel contesto di una nuova “guerra fredda” tra Usa e Cina iniziata dalla Casa Bianca, per questo sorda anche ai richiami della scienza.