Laura Morante, nota attrice italiana, sarà ospite di Domenica in per parlare del nuovo film, che la vede come protagonista e andrà in onda giovedì 14 marzo su Rai 1. Il film si chiama “Folle d’amore” e sta già destando grande interesse perché racconterà la vita e le opere della grande poetessa Alda Merini, tra successo e malattia.



Chi è Alda Merini: l’amore per la scrittura e la malattia

Alda Merini è nata a Milano il 21 marzo 1931 ed è morta a novembre del 2009, grande poetessa e scrittrice, aveva vissuto un’infanzia travagliata, lei stessa nei suoi scritti aveva parlato di quella fase della sua vita, descrivendo una piccola Aldina, malinconica, isolata e non compresa dai genitori che ha vissuto gli orrori della guerra. Dopo le elementari e anni di avviamento al lavoro, provò ad entrare al Liceo Manzoni ma non riuscì, in compenso a soli 15 anni fece il suo esordio come poetessa. I genitori di Alda Merini erano molto severi, tanto che quando lei tornò a casa con la sua prima poesia, il padre la ridusse a mille pezzi dicendo: “Ascoltami cara, la poesia non dà il pane”.



Ad aggravare la situazione infelice di Alda Merini, fu la malattia mentale di cui soffriva: a soli 16 anni, nel 1947, venne internata nella clinica psichiatrica Villa Turro per un mese a causa di un disturbo bipolare, che le faceva alternare momenti di delirio e lucidità, di euforia e di depressione. Le condizioni cliniche condizionarono profondamente la sua vita, dal ’62 al ’72 venne ricoverata varie volte. La scrittrice, da parte sua, ha avuto un rapporto contrastante anche con la malattia mentale, ma credeva che quel luogo l’aiutasse ad allontanarsi dal vero inferno che c’era fuori. “Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non così i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita”, ha raccontato nei suoi scritti. In altre occasioni, però, descrisse il manicomio come una “falsa istituzione”. Il bipolarismo insomma era evidente anche nelle parole. All’interno della struttura, tra l’altro, subì molte violenze: ha raccontato di essere stata riempita di farmaci e di aver subito numerosi elettroshock.



Alda Merini: i figli e il successo

Quando tornava a casa, Alda Merini si dedicava totalmente alla scrittura ma anche ai figli, che sono sempre rimasti al suo fianco: Emanuela, Barbara, Flavia e Simonetta, frutto del matrimonio con Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie, avvenuto nel 1953.  Anche con loro però il rapporto è stato complesso in virtù della vita molto difficile e infelice della scrittrice, che in uno dei suoi scritti autobiografici, parlando dei suoi figli aveva affermato: “A loro raccomando sempre di non dire che sono figli della poetessa Alda Merini, quella pazza. Ma loro rispondono che io sono la loro mamma e basta, che non si vergognano di me, mi commuovono”.

L’infelicità della poetessa aumenta dopo la morte del marito e nel frattempo viene ignorata dal mondo letterario. E’ quando l’artista piomba nuovamente nella solitudine che cominciano ad arrivare momenti di gioia, nel 1979 riesce a far pubblicare il libro “La Terra Santa”, in cui racconta la drammatica vicenda vissuta all’ospedale psichiatrico e nel frattempo si trasferisce a Taranto e si sposa per la seconda volta con l’anziano medico e poeta Michele Pierri. Non passa molto tempo prima che la scrittrice abbia l’ennesima ricaduta e sia costretta a tornare a Milano, proprio in quell’occasione scriverà un altro dei suoi celebri scritti: “L’altra verità. Diario di una diversa” e vincerà il premio Librex-Montale per la poesia. La Merini si afferma e pubblica molti altri scritti autobiografici, poesie e aforismi che ancora oggi tengono vivo il suo ricordo nella memoria di tutti; nella fase finale della sua vita, lei stessa darà un “giudizio” al suo vissuto, affermando: “Per me la vita è stata bella perché l’ho pagata cara”.