La storia di Andrea Papi, il ragazzo 26enne ucciso dall’orsa Jj4 in Trentino mentre si allenava nei boschi vicino a Caldes il 5 aprile 2023, è stata raccontata nel film “Pericolosamente vicini“, nel quale si affrontano le problematiche e difficoltà che vivere in alcuni territori, condividendo gli spazi con animali selvatici potenzialmente pericolosi può comportare. Il documentario, trasmesso in prima visione tv su Rai 3 il 4 ottobre, parte proprio dal tragico episodio che ha coinvolto il giovane jogger, che ad oggi risulta essere anche unico caso in Italia di una aggressione mortale avvenuta da parte di un orso.



Proprio per questo motivo, e per le polemiche che sono seguite tra animalisti e istituzioni dopo l’accertamento delle cause del decesso di Papi, la notizia è diventata ampiamente popolare a livello internazionale. Riaprendo non solo il dibattito in merito al rischio di reintrodurre queste specie in zone abitate, ma soprattutto alimentando le critiche sulle successive ordinanze di abbattimento intervenute in seguito all’incidente. In particolare l’attenzione è stata incentrata proprio sul destino dell’orsa Jj4,  ritenuta responsabile non solo della morte di Andrea Papi ma anche di altre aggressioni.



Andrea papi è stato sbranato vivo dall’orsa Jj4, la ricostruzione dell’aggressione nella relazione della Forestale

Andrea Papi fu trovato morto nei boschi vicino a Caldes, un piccolo comune della Val di Sole in provincia di Trento. A dare il primo allarme era stata la famiglia del 26enne che aveva denunciato la sua scomparsa per mancato rientro a casa dopo l’allenamento di corsa in montagna. In seguito al ritrovamento del corpo, le squadre di emergenza annunciarono fin da subito che si trattava di una aggressione subita dal ragazzo da parte di un grande animale selvatico. Iniziano quindi a diffondersi le prime ipotesi sulle dinamiche che se inizialmente parlavano di un attacco di un orso in seguito ad un malore, poi con l’autopsia furono smentite.



Gli esami infatti confermarono che Papi era ancora vivo quando è stato ferito mortalmente dai morsi dell’animale, praticamente sbranato vivo, probabilmente preso di mira perchè visto come minaccia alla cucciolata. Per questo gli esperti della forestale identificarono il plantigrado responsabile, restringendo la ricerca agli esemplari femmine. L’analisi del Dna ritrovato sul luogo dell’incidente confermarono che si trattava dell’orsa Jj4, la stessa che in precedenza secondo le testimonianze, aveva aggredito altre persone, in particolare due cacciatori, padre e figlio che stavano raggiungendo la postazione sul Monte Peller.

La morte di Andrea Papi, il destino dell’orsa Jj4 e le polemiche sulla reintroduzione degli orsi in Trentino

In seguito alla ricostruzione, poi confermata da una relazione della Forestale e dall’autopsia, la morte di Andrea Papi sarebbe avvenuta quando il ragazzo era ancora vivo, Le ferite trovate sul corpo infatti, risultarono compatibili con una aggressione particolarmente violenta in seguito all’incontro tra il ragazzo e l’animale. Dopo l’identificazione dell’orsa responsabile, sono scattate le polemiche soprattutto in merito al destino finale dell’orsa Jj4, che nonostante le diverse ordinanze di abbattimento si è salvata grazie ai ricorsi delle associazioni animaliste. Ora si trova in un centro di detenzione a Casteller in attesa di essere trasferita in un parco faunistico nella Foresta Nera.

Il dibattito è proseguito anche tra i familiari di Papi e altri residenti ed esponenti della regione, per stabilire le responsabilità e soprattutto per accertare eventuali colpe delle istituzioni nell’aver reintrodotto una specie potenzialmente pericolosa in un territorio abitato, nel quale poi gli esemplari si sono riprodotti arrivando ad essere in sovrannumero rispetto alle previsioni. La questione infatti continua a sollevare critiche, soprattutto perchè dopo 25 anni dalla reintroduzione degli orsi in Trentino, per la prima volta in assoluto è stata registrata una vittima  da aggressione letale di un orso.