Campionessa di respiro internazionale in ambito nuoto paralimpico, Arianna Talamona è anche content creator e “divulgatrice” per quel che concerne la malattia rara che l’affligge da sempre: la paraparesi spastica ereditaria. Una situazione che Arianna ha affrontato a muso duro, anche se in una toccante intervista rilasciata a thewom.it, sottolinea come sia stato difficile, agli inizi, accettare la disabilità e non cadere nella positività tossica di una narrazione fuorviante e deleteria. “Quando sei piccola non vedi lati positivi e attraversi fasi in cui ti senti diversi e il tuo unico desiderio sarebbe quello di essere come gli altri”, racconta.
Arianna Talamona ha cominciato a nuotare da piccola, proprio perché l’acqua le trasmetteva quel senso di libertà e potenza che non trovava altrove: “Ero timida ed insicura, infatti rifiutati l’idea di competere fino a tredici anni. Oltre alla libertà l’acqua mi permetteva di stare in isolamento in anni molto difficili”, confida ancora l’atleta.
Arianna Talamona, la malattia e i brutti ricordi legati al bullismo: “Ma poi al liceo…”
Non sono mancati atti di bullismo durante le scuole medie, conflitti difficili da risolvere e da cancellare dalla mente. “Vivevo problemi legati al bullismo e non era facile avere amici ma al liceo avevo obiettivi più importanti e in acqua ho trovato nuove amicizie”, spiega Talamona. Proprio in vasca ha incontrato il grande amore, il marito Roby, e acquisito una consapevolezza che oggi l’ha portata sul tetto del mondo, orgoglio italiano.
Eppure c’è ancora chi, come una ex compagna di classe di Arianna Talamona, è convinta che debba essere assistita in tutto e per tutto nella sua quotidianità. “La incontrai in centro e la sua prima preoccupazione fu chiedermi se ero sola e se stessi guidando. Avrei voluto dirle che possiamo fare tutto e che non ci sono limiti”, le parole di Arianna, icona azzurra dello sport ed esempio di tenacia, signorilità e determinazione.